Questo fine settimana ho cominciato la campagna in solitario della baionetta d'argento.
La banda è composta da:
- Capitano Jacques (con ascia e moschetto)
- Andrée, un giovane ufficiale (con arma a due mani e pistola)
- Victor, l'investigatore (con coppia di pistole e spada)
- Emile, lo scout (moschetto)
- Valentin, Gaspard, Etienne e Baptiste, fanti normali (moschetto)
Premetto che mi sono preso qualche licenza poetica a livello narrativo.
Il primo scenario prevedeva l'indagine di 6 token piazzati a 8-10-12". Per ognuno di questi, una volta rivelato, si pesca una carta e la tabella decide se otterrai una ricompensa o un mostro. Si parte con 2 lupi (proxati ) per ogni lato del tavolo, uno di questi viene randomicamente sostituito da un lupo mannaro all'inizio del primo turno. Alla fine di ogni turno si tira sulla tabella dei mostri e si vede cosa entra e da dove (in genere 1-2 lupi per turno).
SpoilerShow
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Gli ordini erano semplici: rintracciare la squadra dispersa da settimane.
La riunione era durata pochi minuti e i superiori non si erano sbottonati sui dettagli.
Il capitano Jacques non fece troppe domande, mettendosi in marcia assieme ai suoi compagni d’arme, tuttavia l’equipaggiamento fornitogli sembrava stranamente vario. L’ingegnere gli aveva fornito pallottole e un’accetta con la lama d’argento. La cosa gli sembrava alquanto bizzarra ma era abituato alle stranezze degli scienziati dell’impero. Altrettanto strana era la composizione della squadra ai suoi ordini. Oltre a quattro reclute, gli erano stati affibbiati un giovane ufficiale, uno scout e, da quello che gli avevano riferito, una sorta di investigatore.
Dopo diversi giorni passati nella foresta a seguire le tracce lasciate dai suoi compatrioti raggiunsero una radura, trovandosi di fronte a un macabro spettacolo. Corpi umani fatti a pezzi e in evidente stato di decomposizione erano stati disseminati lungo tutto lo spiazzo erboso.
Baptiste, il più giovane del gruppo, vomitò sui piedi di Emile. Lo scout lo guardò disgustato maledicendo di essersi imbarcato in questa impresa con quel gruppo di mentecatti pronti al suicidio.
Jacques decise di perquisire i corpi alla ricerca di qualche indizio quando tutt’attorno cominciarono a sentire dei versi rabbiosi provenire dal limitare della foresta.
Delle bestie spaventose si palesarono ai loro occhi. Tra queste una spiccava per altezza riuscendo a reggersi sulle zampe posteriori.
Il comandante non riusciva a credere ai propri occhi, gli sembrava di essersi tuffato all’interno di una di quelle storie che gli raccontava la madre prima di coricarsi la sera.
Un lupo mannaro si ergeva in tutta la sua ferocia di fronte ai soldati i quali strinsero ancora più saldamente le proprie armi.
Jacques diede dei rapidi ordini prima che il gruppo cominciasse ad aprire il fuoco sulle belve. Gli anni passati a combattere agli ordini del piccolo caporale gli avevano fornito una filosofia di vita tutta sua: on s’engage et puis… on voit.
E quello avrebbe fatto.
Ai suoi bastarono qualche colpo fortunato e le fiere vennero decimate nel giro di pochi istanti. Nonostante la loro straordinaria velocità, i fucili stavano ripulendo la radura abbattendo le belve rabbiose. Lo stesso lupo mannaro sembrava cedere sotto il fuoco dei proiettili d'argento sparati dal moschetto di Jacques. Sparava e avanzava senza esitare, cercando di piazzare il colpo fatale.
Victor, apparentemente a suo agio in mezzo a quella situazione si muoveva in avanti a spada sguainata, abbattendo una delle bestie con un singolo e preciso colpo di pistola, nel tentativo di raggiungere uno dei corpi smembrati.
Andreé si era portato sul lato sinistro deciso a dare battaglia, sparando e caricando un altro animale, mentre i regolari, dopo qualche indecisione cominciarono ad avanzare verso i restanti corpi.
Il lupo mannaro venne abbattuto da un colpo del moschetto del comandante, riuscendo ad assicurare un lato del fronte e permettendo ai due regolari di concentrare il fuoco contro le zone più a rischio.
Nel frattempo il suo ufficiale riuscì ad abbattere una belva con un colpo di pistola e ne caricò un’altra brandendo la sua ascia a due mani. Il combattimento fu duro e lo stesso soldato era in evidente difficoltà.
Jacques percorse a rapidi passi la distanza che lo separava da uno dei corpi straziati che giacevano tra l’erba vicino al limitare del bosco, era convinto che Andreé sarebbe riuscito a resistere al combattimento il tempo necessario a raggiungerlo. Proprio nell’istante in cui si inginocchiò per controllare le tasche del morto, un lupo mannaro sbucò dagli alberi e lo caricò.
A poche decine di metri Emile aveva appena finito di setacciare un cadavere, riuscendo a recuperare una spada dalla lama d’argento, quando vide il suo capitano fronteggiare il lupo mannaro.
Nello stesso istante Baptiste si lanciò in aiuto di Jacques, mentre Andreé abbatteva il suo nemico conficcando la lama della sua arma dritta nel cranio per poi precipitarsi in aiuto del comandante.
Jacques avrebbe preferito affrontare la bestia da solo, era certo di poterlo battere. Questo lupo mannaro sembrava molto più agguerrito dell’altro, con una zampata mise fuori combattimento il giovane fante mentre e con altre due stordì Andreé.
Jacques non sapeva se i suoi due compagni erano ancora vivi, ma gli avevano dato il tempo di rifiatare quel tanto che bastava per riprendere il combattimento. Si sentiva stanco e sapeva bene che nel giro di poco avrebbe cominciato a cedere.
Per sua fortuna Emile percorse la distanza che lo separava da Jacques in poche rapide falcate e conficcò la lama d’argento nella schiena del lupo. La mostruosità grugnì cercando di divincolarsi e cadde a terra.
Jacques ringraziò l’intervento di Emile con un cenno del capo e si guardò attorno asciugandosi la fronte imperlata dal sudore. Sembrava che i suoi avessero eliminato la minaccia, anche se dall’altro lato due regolari se la stavano battendo in ritirata inseguiti da altre creature. Rapidamente tutto il gruppo si mosse cercando rifugio all’interno della foresta.
Alla fine il povero Baptiste ha preso un grande spavento (-1 coraggio) mentre l'ufficiale si è ripreso alla grande.
La riunione era durata pochi minuti e i superiori non si erano sbottonati sui dettagli.
Il capitano Jacques non fece troppe domande, mettendosi in marcia assieme ai suoi compagni d’arme, tuttavia l’equipaggiamento fornitogli sembrava stranamente vario. L’ingegnere gli aveva fornito pallottole e un’accetta con la lama d’argento. La cosa gli sembrava alquanto bizzarra ma era abituato alle stranezze degli scienziati dell’impero. Altrettanto strana era la composizione della squadra ai suoi ordini. Oltre a quattro reclute, gli erano stati affibbiati un giovane ufficiale, uno scout e, da quello che gli avevano riferito, una sorta di investigatore.
Dopo diversi giorni passati nella foresta a seguire le tracce lasciate dai suoi compatrioti raggiunsero una radura, trovandosi di fronte a un macabro spettacolo. Corpi umani fatti a pezzi e in evidente stato di decomposizione erano stati disseminati lungo tutto lo spiazzo erboso.
Baptiste, il più giovane del gruppo, vomitò sui piedi di Emile. Lo scout lo guardò disgustato maledicendo di essersi imbarcato in questa impresa con quel gruppo di mentecatti pronti al suicidio.
Jacques decise di perquisire i corpi alla ricerca di qualche indizio quando tutt’attorno cominciarono a sentire dei versi rabbiosi provenire dal limitare della foresta.
Delle bestie spaventose si palesarono ai loro occhi. Tra queste una spiccava per altezza riuscendo a reggersi sulle zampe posteriori.
Il comandante non riusciva a credere ai propri occhi, gli sembrava di essersi tuffato all’interno di una di quelle storie che gli raccontava la madre prima di coricarsi la sera.
Un lupo mannaro si ergeva in tutta la sua ferocia di fronte ai soldati i quali strinsero ancora più saldamente le proprie armi.
Jacques diede dei rapidi ordini prima che il gruppo cominciasse ad aprire il fuoco sulle belve. Gli anni passati a combattere agli ordini del piccolo caporale gli avevano fornito una filosofia di vita tutta sua: on s’engage et puis… on voit.
E quello avrebbe fatto.
Ai suoi bastarono qualche colpo fortunato e le fiere vennero decimate nel giro di pochi istanti. Nonostante la loro straordinaria velocità, i fucili stavano ripulendo la radura abbattendo le belve rabbiose. Lo stesso lupo mannaro sembrava cedere sotto il fuoco dei proiettili d'argento sparati dal moschetto di Jacques. Sparava e avanzava senza esitare, cercando di piazzare il colpo fatale.
Victor, apparentemente a suo agio in mezzo a quella situazione si muoveva in avanti a spada sguainata, abbattendo una delle bestie con un singolo e preciso colpo di pistola, nel tentativo di raggiungere uno dei corpi smembrati.
Andreé si era portato sul lato sinistro deciso a dare battaglia, sparando e caricando un altro animale, mentre i regolari, dopo qualche indecisione cominciarono ad avanzare verso i restanti corpi.
Il lupo mannaro venne abbattuto da un colpo del moschetto del comandante, riuscendo ad assicurare un lato del fronte e permettendo ai due regolari di concentrare il fuoco contro le zone più a rischio.
Nel frattempo il suo ufficiale riuscì ad abbattere una belva con un colpo di pistola e ne caricò un’altra brandendo la sua ascia a due mani. Il combattimento fu duro e lo stesso soldato era in evidente difficoltà.
Jacques percorse a rapidi passi la distanza che lo separava da uno dei corpi straziati che giacevano tra l’erba vicino al limitare del bosco, era convinto che Andreé sarebbe riuscito a resistere al combattimento il tempo necessario a raggiungerlo. Proprio nell’istante in cui si inginocchiò per controllare le tasche del morto, un lupo mannaro sbucò dagli alberi e lo caricò.
A poche decine di metri Emile aveva appena finito di setacciare un cadavere, riuscendo a recuperare una spada dalla lama d’argento, quando vide il suo capitano fronteggiare il lupo mannaro.
Nello stesso istante Baptiste si lanciò in aiuto di Jacques, mentre Andreé abbatteva il suo nemico conficcando la lama della sua arma dritta nel cranio per poi precipitarsi in aiuto del comandante.
Jacques avrebbe preferito affrontare la bestia da solo, era certo di poterlo battere. Questo lupo mannaro sembrava molto più agguerrito dell’altro, con una zampata mise fuori combattimento il giovane fante mentre e con altre due stordì Andreé.
Jacques non sapeva se i suoi due compagni erano ancora vivi, ma gli avevano dato il tempo di rifiatare quel tanto che bastava per riprendere il combattimento. Si sentiva stanco e sapeva bene che nel giro di poco avrebbe cominciato a cedere.
Per sua fortuna Emile percorse la distanza che lo separava da Jacques in poche rapide falcate e conficcò la lama d’argento nella schiena del lupo. La mostruosità grugnì cercando di divincolarsi e cadde a terra.
Jacques ringraziò l’intervento di Emile con un cenno del capo e si guardò attorno asciugandosi la fronte imperlata dal sudore. Sembrava che i suoi avessero eliminato la minaccia, anche se dall’altro lato due regolari se la stavano battendo in ritirata inseguiti da altre creature. Rapidamente tutto il gruppo si mosse cercando rifugio all’interno della foresta.
Alla fine il povero Baptiste ha preso un grande spavento (-1 coraggio) mentre l'ufficiale si è ripreso alla grande.
Considerazioni generali:
- in poco più di un'ora ho terminato lo scenario (fissando meglio tutte le regole mi prospetto di metterci anche meno tempo)
- devo dire che ho sculato il primo turno e vorrei riprovare lo scenario, sicuramente con meno fortuna le cose andrebbero diversamente
- devo riguardarmi la parte della fatica durante il corpo a corpo
- la partita è andata bene fino a che il secondo lupo mannaro non è sbucato dal token del comandante, da quel momento ho avuto un po' di danni, e l'intervento dello scout (fortunato a trovare il token con l'arma d'argento) ha sventato eventuali uccisioni.
- i dadi continuano a pesare, il primo turno ho ammazzato tre lupi, aprendomi facilmente la strada verso i token. I reroll sono ottimi e bisogna tenerseli stretti per eventuali necessità.
- moschetti e pistole funzionano fino a un certo punto, in questo caso i lupi sono veloci e il corpo a corpo è scontato