Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

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lorenzo
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Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by lorenzo »

Copio incollo da quanto scritto da Avalon sul tilea.

DRUCHI

Zakaris avanzava con passo misurato e risoluto, era stato convocato dal suo signore. Sapeva già di cosa avrebbero parlato e aveva buone notizie da riferirgli, superò due guardie nere, entrò nella grande sala delle udienze e, senza gettare neanche un'occhiata al maestoso locale, si diresse subito verso una porticina sul lato sinistro. A prima vista sembrava un ingresso per la servitù, la seconda impressione era la medesima, alle spalle della porta si stendeva uno stretto e spoglio corridoio, largo a sufficienza per permettere il passaggio di una singola persona conduceva ad una scala a chiocciola, ripida e stretta. Salite le scale si diresse verso una porta rinforzata, protetta da micidiali incantesimi che erano costati la vita a parecchi ospiti indesiderati, abbassò la maniglia e fece il suo ingresso nella sala di guerra del Re Stregone.

Erano soli, lui e Malekith.

Sembravano soli.

"Ambasciatore, qual è lo stato della delicata missione che ti ho affidato?"

Come sempre il suo signore aveva evitato i convenevoli ed era andato subito al nocciolo della questione, perciò anche l'ambasciatore accantonò i modi cortesi e prolissi a cui era solito fare ricorso e rispose in modo sintetico e puntuale:

"Mia figlia Lilaeth ed il nobile Yeurl hanno raggiunto pochi istanti fa le coste imperiali senza incidenti, ora stanno incontrando i nostri alleati, appena avrò ulteriori notizie la informerò."

Avevano raggiunto la costa imperiale senza intoppi, il loro gruppo, oltre alla stessa Lilaeth, comprendeva Yeurl, 3 assassini e 5 ombre, in tutto 10 druchii più il loro compagno di viaggio con il volto nascosto dal cappuccio, come da accordi.

Avevano abbandonato l'arca nera al largo, fuori vista, poi coperti dal buio della notte avevano raggiunto una stretta insenatura guidati da una luce di segnalazione, una volta portate in secco le barche avevano trovato ad accoglierli dici umani. Tutto come da accordi.

Gli umani erano agenti della Chiesa di Sigmar e sarebbero stati la loro scorta e guida attraverso l'impero. Lilaeth osservò attentamente gli individui che si trovò di fronte, due indossavano lunghe vesti sopra ad una cotta di maglia, portavano al fianco un martello da guerra e sul loro petto pendeva il sacro simbolo del loro dio, dovevano essere dei sacerdoti. Altri 4 erano senza dubbio degli esploratori, indossavano resistenti abiti di pelle ed erano privi di armatura, erano armati di archi e spada corta. Uno indossava un pesante pettorale di piastre, probabilmente parte di un'armatura completa, e portava una grossa spada a due mani legata alla schiena, doveva trattarsi di un abile guerriero, forse appartenente uno dei numerosi ordini cavallereschi imperiali. Gli ultimi erano i più misteriosi, non riusciva ad inquadrarli bene, erano sicuramente individui pericolosi, indossavano mantelli e cappelli a tesa larga neri sopra ad una corazza di cuoio, un'infinità di armi arano fissate a numerose cinghie in varie parti del corpo, tra queste spiccavano delle pistole riccamente decorate.

Il guerriero si fece avanti con aria disgustata ed ostile, Lilaeth con un cenno impercettibile della mano trattenne gli assassini e fece un passo avanti, curiosa di vedere come si sarebbe sviluppata la situazione. L'umano si presentò come il capo della delegazione Sigmarita, poi senza perdere tempo in convenevoli si misero in marcia.

Il Viaggi procedette tranquillo, gli esploratori sia umani che elfi fecero eccellentemente il loro lavoro evitando incontri indesiderati, tutti gli incontri. La segretezza era fondamentale per la riuscita della loro missione. Durante il viaggio Lilaeth ne approfittò per conoscere meglio la sua scorta, le usanze imperiali e la loro religione.

All'inizio fu un'ardua impresa, i sui tentativi di attaccare discorso si scontravano contro un muro di ostilità e disprezzo, la fama dei Druchii era ben radicata in loro. Per fortuna il viaggio non era breve e l'elfa era risoluta nei suoi intenti. Così apprese che i tre umani misteriosi erano cacciatori di streghe, più o meno l'equivalente degli assassini del tempio di Khaine, davano la caccia ai nemici della loro chiesa, li torturavano e li uccidevano.

Preti guerrieri, cacciatori di streghe, folli flagellanti... alla fine il culto di Sigmar non era così diverso da quello di Khaine, si trattava sempre di fanatici religiosi disposti a compiere qualunque atrocità nel nome del loro dio.

Infine raggiunsero la loro meta, Altdorf, la corte imperiale.

Erano in anticipo, perciò si nascosero in una fattoria fuori città e attesero. Quando mancavano 3 ore all'alba del giorno stabilito uscirono dai loro nascondigli e si avvicinarono alle mura di cinta della corte, qui erano attesi da tre uomini.

Uno degli uomini fece un passo in avanti e li accolse salutandoli con un gesto del capo, poi senza perdere tempo verificò che i patti fossero stati rispettati, come promesso i Druchii l'avevano portato con loro.

Vedendo la soddisfazione dell'umano Lilaeth decise che era il momento di presentarsi:

"Lei deve essere l'ambasciatore imperiale, Eike von Repkow. Io sono Lilaeth von Urdet, figlia ed inviata dell'ambasciatore del Re Stregone, Zakaris von Urdet. Sono qui per mantenere gli accordi che avete stipulato assieme e per stipularne di nuovi nell'interesse dei nostri popoli."

L'ambasciatore fece un sorriso di circostanza e rispose in maniera garbata:

"è per me un piacere ricevere un'inviata così affascinante, ma avremo tempo per parlare in seguito, in presenza dell'imperatore. Ora abbiamo un compito urgente da assolvere."

Conclusi i convenevoli il gruppo si inoltrò nel palazzo attraverso una serie di passaggi segreti, alcuni membri della si piazzarono lungo il tragitto, disposti in luoghi strategici pronti al peggio. Eike guidò gli altri fino alla porta di una delle più ricche camere da letto del palazzo. Davanti giacevano due guardie profondamente addormentate, l'imperiale indicò che erano giunti a destinazione.

Ognuno sapeva cosa doveva fare.

La prima ad agire fu Lialeth, con estrema perizia proiettò un incantesimo sulle mura della stanza, nessun rumore avrebbe oltrepassato le pareti.

Poi entrarono in azione i cacciatori di streghe che irruppero nella stanza seguiti dai due sacerdoti guerrieri.

Gli ultimi a muoversi furono gli assassini Druchii che silenziosi come ombre andarono a bloccare ogni possibile via di fuga: le finestre, la porta ed un passaggio segreto di fianco al caminetto.

Erano stati tutti rapidi e precisi, ma l'occupante della stanza fece in tempo a reagire e si scagliò con furia sovrumana contro i suoi assalitori.

Per sua sfortuna tutti i presenti sapevano bene con cosa avevano a che fare e grazie alla forza derivante dalla loro fede e alle precedenti esperienze contro nemici simili riuscirono a sopraffare il nemico con solo una perdita.

Lilaeth fissò negli occhi l'ambasciatore umano e si scambiarono un sorriso d'intesa, poi l'elfa disse:

"Bene, ora è tutto vostro, abbiatene cura. Noi ci vediamo tra 3 giorni, spero vi siano sufficienti."

Poi si salutarono con un cenno del capo e gli elfi si dileguarono, lasciandosi alle spalle il loro misterioso compagno di viaggio, ombre tra le ombre nel palazzo ancora addormentato.


***


Zakaris si aggirava nervosamente per le sale interne del palazzo del suo signore, il Re Stregone era lontano, aveva deciso di guidare i suoi Druchii di persona nella battaglia decisiva.

All'ambasciatore era stato delegato il governo del regno in sua assenza, oltre ad un altro incarico molto più importante.

Ormai la battaglia doveva essere nel vivo, ma le notizie tardavano ad arrivare. Ovviamente l'elfo non aveva perso tempo durante l'attesa, aveva portato avanti i piani stabiliti con il suo signore. Un consistente numero di truppe erano già state dirottate verso il vecchio mondo, inviate a supportare i loro alleati, ma c'era ancora molto da fare.

I loro piani erano a lungo termine e molto adattabili, i recenti eventi avevano creato un'infinità di opportunità e loro erano riusciti a sfruttarne alcune... inoltre non avevano fretta...

I tre giorni concordati erano passati, ora Lilaeth si stava dirigendo verso le porte della città umana. Ad accompagnarla c'era un'esigua scorta composta da 10 guerrieri, 2 boriosi diplomatici che la odiavano a morte a causa dell'invidia che provavano nei confronti della sua carica, infine, le sue due dame di compagnia, o almeno così le avrebbe presentate.

Era un po' nervosa, si trattava della sua prima missione diplomatica ed era conscia che doveva stare molto attenta a tenere sotto controllo la sua eccessiva impulsività, sperava di riuscirci.

No doveva riuscirci! Il suo maestro Furion era stato chiaro, il suo peggiore difetto era la sua "mancanza di pazienza", come la definiva lui, per questo aveva deciso che questa missione diplomatica costituiva un'eccellente prova. L'ultima prova prima di poter sostenere l'esame finale per diventare somma incantatrice.

Le guardie alle porte della città li scrutarono con sospetto mentre si avvicinavano, con le armi pronte, inoltre alcuni movimenti tradivano la presenza di balestrieri ed archibugieri nascosti. Decisamente non si fidavano di loro.

Lilaeth si mise in testa al gruppo e con grande sicurezza e disinvoltura condusse i suoi uomini verso i soldati imperiali.

"Buon giorno signori, sono l'inviata del signore dei Druchii e sono attesa a corte dal vostro imperatore. Penso che i vostri ordini e questa lettera con il sigillo imperiale siano sufficienti a fugare qualsiasi vostro dubbio."

Pronunciate queste parole proseguì decisa verso l'interno della città, senza degnare di uno sguardo il sorpreso sergente imperiale. Questi appena si riprese per l'impudenza e la spavalderia dimostrata dall'elfa cercò di recuperare la propria dignità richiamando bruscamente l'attenzione dei suoi uomini e ordinandogli di scortare i loro ospiti.

Così la delegazione Druchii attraversò Altdorf scortati da alcune dozzine di soldati imperiali sotto gli sguardi degli abitanti. Sguardi pieni di sospetto, odio, disgusto, ma anche sguardi di speranza.

Ci fu un unico incidente quando un cittadino scagliò un pomodoro marcio contro uno dei soldati Druchii urlando insulti osceni nei loro confronti. Fortunatamente era nell'interesse di tutti evitare complicazioni, perciò Lilaeth, invece di incenerire lo stolto con uno dei suoi incantesimi, si limita a richiamare all'ordine i suoi uomini, mentre 4 soldati imperiali si precipitavano a fermare ed arrestare il dissidente.

La reazione al loro arrivo presso la corte imperiale fu leggermente meno fredda, sopratutto grazie alla presenza dell'ambasciatore Eike von Repkow, che prese subito in mano la situazione, accogliendo gli elfi oscuri come amici di lunga data mantenendo allo stesso tempo il tutto ai livelli di formalità che richiedeva l'occasione.

In breve tempo a Lilaeth ed al suo seguito furono assegnati degli alloggi, gli fu concesso del tempo per cambiarsi, rinfrescarsi e gli fu servito un pasto leggero nei loro alloggi.

Nel primo pomeriggio giunse il grande momento, Lilaeth, accompagnata dai due burocrati, venne ricevuta dall'imperatore Karl Franz. La prima parte dell'incontro agli occhi dell'incantatrice fu uno spreco di tempo, un infinito susseguirsi di formalità e finte cortesie, un mucchio di stupidate giusto per intrattenere la corte. Fu una vera lezione di sopportazione e pazienza.

Poi finalmente la delegazione Druchii, l'imperatore, l'ambasciatore imperiale e una ristretta cerchia di consiglieri si ritirarono in una stanza più appartata ed idonea ai delicati argomenti che dovevano trattare. Fu Eike von Repkow a rompere il ghiaccio:

"Signori siamo qui riuniti per superare le differenze passate e per cercare di costruire una forte e duratura alleanza tra i nostri due popoli. Per questo scopo mi sono incontrato parecchie volte con l'ambasciatore Druchii, Zakaris von Urdet, e siamo riusciti a trovare parecchi punti di comune interesse, ora lui ha inviato qui sua figlia in qualità di sua rappresentante permanete presso la nostra corte. Ora cedo a lei la parola per illustrarci i punti salienti dell'accordo."

Lilaeth fece tre respiri profondi poi iniziò il suo discorso:

"La situazione è molto più semplice di quello che può sembrare, questa alleanza è nata per combattere i demoni, e proprio per questa ragione vi abbiamo già inviato dei rinforzi durante le battaglie passate, ma ora i nostri sovrani sono desiderosi di rafforzare quest'alleanza. A questo scopo il mio signore ha inviato un consistente numero di truppe per supportarvi nel ristabilire l'ordine sul vostro territorio. Inoltre siamo disposti ad offrirvi qualsiasi altro supporto abbiate bisogno. Sono convinta che tra il nostro supporto e quello del terzo membro della nostra alleanza si riuscirà presto a riportare l'ordine nella vostra nazione."

Uno dei consiglieri prese inaspettatamente la parola:

"Parlo a nome della Sacra Chiesa di Sigmar per offrire il nostro supporto, combatteremo il male in qualsiasi posto dell'Impero sia necessario. A malincuore devo ammettere che siamo disposti a collaborare con i Druchii, ma siamo pronti a combatterli se violeranno anche il più insignificante degli accordi."

Sentendosi chiamata in causa Lilaeth non poté fare a meno di replicare:

"Non preoccupatevi, finché saremo sul vostro territorio rispetteremo le vostre leggi, chiunque dei miei che trasgredirà a questa disposizione verrà punito con la morte. Potete garantire lo stesso per la vostra gente?"

L'ambasciatore imperiale fu lesto ad intervenire prima che la tensione crescesse:

"Bene allora vedremo di eliminare la minaccia a Nord che giace nella Fortezza d'Ottone sfruttando le forze combinate dei Vostri guerrieri d'elite e le capacità della Chiesa di Sigmar. In quanto tempo le vostre forze saranno qui?"

"Una settimana"

Quando l'incontro sembrava finito uno dei consiglieri prese timidamente la parola esprimendo un dubbio che tormentava molti dei presenti:

"In tutto questo voi cosa ci guadagnate?"

Con un sorriso malizioso Lilaeth rispose:

"La possibilità di avere un partner commerciale, la possibilità di gestire a nostro piacimento tutti i nemici dell'impero che faremo prigionieri ed un documento firmato dall'imperatore che riconosce come legittime le pretese del mio signore quale re Fenice. Ora signori vi saluto."

L'elfa si alzò ed abbandonò la stanza tra le proteste ed i borbotti di dissenso. Mentre si allontanava sentì una voce levarsi sopra le altre, era l'ambasciatore:

"Come, Signore! Le pretese del Re Stregone sono state forse eccessive, non vi pare? Vi ricordo che anche se c'è una guerra in corso sono sempre stati con noi... Non avete già firmato, spero?"

Poi ci fu silenzio mentre una voce calma e decisa rispondeva:

"Calmatevi, Ambasciatore, i nostri ospiti possono sentirvi anche da lontano."

Ci fu una breve pausa di silenzio poi aggiunse:

"Voi non potete capire, non ancora..."

Seguì il suo signore lungo vari corridoi fino ad una porta chiusa a chiave, conosceva quella porta, perciò Zakaris chiese spiegazioni:

"Questa era la stanza di Tezta-in-Zcatola, perché mi conducete qui?"

"Perché ho un nuovo ospite da presentarti."

Pronunciando queste parole Malekith fece un gesto della mano e la porta si aprì, la stanza era avvolta nell'ombra e regnava uno stato di disordine sconvolgente, poi l'ambasciatore vide la patetica creatura che vi alloggiava. Lanciò uno sguardo perplesso al suo signore.

"Pensavo che stesse marcendo in qualche cella..."

"fino a due settimane fa era così, ma poi... devi sapere che ci sono molte informazioni che speravo di ottenere da lui, ma tutto quello che abbiamo provato non sembrava essere efficace, i miei migliori specialisti non riuscivano a strappargli solo discorsi deliranti."

Malekith fece una pausa e Zakaris ne approfittò per avanzare un'ipotesi:

"è difficile ottenere informazioni da un pazzo."

"Sì, certamente, ma mi accorsi che cera qualcosa che mi sfuggiva. Come mi hai raccontato tua figlia era riuscita a strappargli le informazioni che desiderava. Allora compresi, la sua pazzia mi era sempre apparsa diversa, era completamente folle, ma di una follia che nascondeva una certa logica in essa. La sua pazzia non era altro che uno scudo contro i tormenti che aveva subito, un muro incrollabile dietro cui nascondersi. Così l'ho portato qui, ho trascorso del tempo con lui, l'ho ascoltato attentamente e iniziato a comprenderlo. Non immagineresti mai quanti segreti ho scoperto che nasconde, ma sono certo che presto me li rivelerà. Vero Aigor?"

Nei giorni successivi Lilaeth ebbe modo di apprendere che molti nell'impero non approvavano la sua presenza, molti membri della corte le erano apertamente ostili, altri ostentavano una facciata di amicizia sotto cui nascondevano un odio profondo, qualcuno pensò perfino di ucciderla, ma al momento nessuno aveva avuto il coraggio di provarci.

Peccato, la cosa sarebbe potuta essere divertente.

Anche tra la popolazione si stavano costituendo delle fazioni ostili alla loro alleanza e in alcuni casi si era arrivati ad episodi di violenza subito sedati dalle truppe imperiali. L'elfa capiva la situazione, anche fra la sua gente erano in molti che vedevano con diffidenza questa situazione, ma se tutto andava secondo i piani si augurava che presto la situazione sarebbe migliorata.

Quando ormai era trascorsa una settimana dalla riunione Lilaeth si presentò da Eike von Repkow, questi la accolse cordialmente come sempre, mal'elfa scorse un leggero disagio nelle sue movenze. Questi la fece sedere, le offrì un bicchiere di vino e poi rese chiari il motivo del suo nervosismo:

"Mia splendida ambasciatrice, siamo entrambi consapevoli che la nostra alleanza presenta alcune difficoltà, ma è nostro compito cercare di superare queste difficoltà e risolvere pacificamente qualsiasi problema..."

"Eviti i giri di parole, di che problema si tratta?"

"Anche se abbiamo studiato assieme un percorso sicuro per fare giungere qui le vostre truppe cercando di evitare qualsiasi possibilità di interazione tra i vostri soldati e la popolazione c'è stato un problema. Questa mattina due cacciatori hanno trovato i corpi di 13 dei vostri guerrieri, tutti decapitati. Non so come possa essere successo, io..."

Lilaeth lo interruppe con una risata, poi vista l'espressione stupita dell'ambasciatore si ricompose e si spiegò:

"Allora è per questo che eravate così nervoso! Non preoccupatevi, non dovete scusarvi di niente, anzi al massimo sono io che vi devo delle scuse. Ero già al corrente dell'accaduto, alcuni dei nostri soldati non erano soddisfatti della loro missione ed avevano progettato di divertirsi u po' con i vostri cittadini, ma sono stati scoperti mentre cercavano di allontanarsi dai posti a loro assegnati. Per questo sono stati giustiziati. Come vi avevo promesso non tollererò alcuna violazione degli accordi da parte dei miei uomini."

L'ambasciatore trasse un grosso sospiro di sollievo, poi chiese alla sua ospite il motivo della visita così apprese che le truppe Druchii avrebbero raggiunto nel pomeriggio l'ara antistante la città, era necessario organizzare l'accoglienza.

Gli imperiali erano stati rapidi ad effettuare i preparativi, ora la corte imperiale e buona parte della guarnigione cittadina era schierata davanti alle porte della città. Anche la popolazione, spinta dalla curiosità, affollava il luogo dell'incontro.

Per prima cosa si udirono gli squilli dei corni, poi 5.000 guerrieri Druchii apparvero all'orizzonte, marciando in file ordinate e con passo deciso raggiunsero l'ampio spiazzo dove erano attesi. Con movimenti precisi e perfetta coordinazione effettuarono un cambio di formazione e si disposero ordinatamente in semicerchio, di fronte agli imperiali, lasciando libero un passaggio nel mezzo. Avevano appena finito di disporsi quando fecero la loro comparsa i cavalieri su Naggaronte, questi avanzarono decisi al centro dello spiazzo per poi dividersi e convergere sui lati andando a schierarsi ai fianchi dei soldati.

A questo punto giunsero le ombre, non ci furono marce ordinate e movimenti sincronizzati, non facevano per loro, gli esploratori Druchii arrivano alcuni da soli, altri in gruppetti al massimo da 4 o 5, arrivarono da tutte le direzioni, alcuni arrivarono perfino dalla città imperiale. Rapidi e silenziosi scivolarono ad occupare lo spazio libero al centro dello schieramento Druchii.

Quando sembrava che tutto fosse finito un'ombra oscurò il sole, gli astanti alzarono lo sguardo ed una fitta di terrore trafisse i loro cuori, alcuni fuggirono in preda al terrore, altri tremavano dalla paura mentre un enorme drago nero planava fino ad appoggiarsi delicatamente al suolo al centro dello spiazzo. Sulla schiena della maestosa creatura svettava il generale del contingente giunto in supporto degli imperiali.

Lilaeth immediatamente avanzò verso il drago che stava ancora atterrando, per questo fu l'unica a vedere la smorfia di sollievo che l'elfo fece una volta sceso dalla cavalcatura, poi avanzò osservando con soddisfazione l'espressione di stupore e soggezione che il suo arrivo aveva suscitato. L'incantatrice accolse il suo compagno di numerose avventure con un sorriso provocatorio sulle labbra, Yeurl odiava volare.


***


Zakaris sedeva nella penombra nella sala delle udienze del suo signore quando dei passi decisi risuonarono sul pavimento di pietra, il Re Stregone era tornato. Bastò un suo sguardo per capire che l'esito era stato sfavorevole.

Maledizione!

Appresa la notizia l'ambasciatore si congedò dal suo signore. Aveva molte cose da fare, questo esito non era giunto del tutto inatteso, ma sopratutto non alterava eccessivamente i loro piani, doveva solo attuare le correzioni già pianificate...

A lungo andare forse avrebbero tratto ulteriori benefici da questo esito, dipendeva tutto dalle mosse dei nani e dei loro alleati. Sicuramente la minaccia del bestio si poteva considerare superata, ma se conosceva bene i nani...

Presto si sarebbero create molte nuove opportunità.

Le ultime settimane erano state interessanti, Lilaeth aveva iniziato a districare la fitta rete di intrighi ed alleanze che ricopriva la corte imperiale, aveva anche iniziato a tessere qualche filo anche lei. Soprattutto, grazie al suo innato carisma, alla sua bellezza ed al sapiente uso di un abbigliamento audace, aveva raccolto un gruppo di spasimanti ed ammiratori fra i membri più giovano ed irrequieti della nobiltà imperiale. Questi le fornivano molte utili informazioni e la ricoprivano di ricchi regali. Regali che puntualmente venivano utilizzati per finanziare la sua embrionale rete di informatori.

Inoltre era stata protagonista di un divertente diversivo, qualcuno aveva deciso di passare dalle parole ai fatti, avevano attentato alla sua vita. Ora due dei mandanti erano stati arrestati, il terzo si era mostrato più ragionevole e di mente più aperta. Ora segretamente lavorava per lei.

Infine giunse la notizia della sconfitta.

Appena la apprese Lilaeth andò a cercare l'ambasciatore e l'imperatore, le fu detto che erano in riunione. Raggiunse il luogo della riunione, due soldati erano di guardia all'unica porta della sala, l'elfa non esitò, senza rallentare e senza degnare i due di uno sguardo si diresse verso la porta ed abbassò la maniglia, solo allora una delle guardie osò sollevare un'obiezione, bastò uno sguardo per metterlo a tacere.

Terminato dia aprire la porta il brusio che fino ad un attimo prima regnava nella stanza cessò bruscamente, tutti i presenti rivolsero la loro attenzione verso l'incantatrice. Nei loro sguardi tesi e negli atteggiamenti nervosi lesse la conferma che avevano ricevuto anche loro la notizia. Doveva agire subito, perciò avanzo con un sorriso sulle labbra salutando i presenti cercando di spezzare la tensione.

"Buon giorno signori, ma cosa sono tutti questi musoni? Va bene i nani ci hanno preceduto ed hanno raggiunto l'isola del bestio prima di noi, ma il nostro obiettivo principale era evitare cha la raggiungessero le forze del caos. Sicuramente sarebbe stato meglio se ci fossimo arrivati per primi, ora ci toccherà sorbirci i brontolii e le assurde pretese dei nani. Perciò invece di piangere e lamentarci sarebbe più opportuno fare un punto della situazione su quanto è accaduto e preparare dei piani per il futuro."

Detto questo si sedette in un posto libero mentre intorno a tutti cercavano di dire quello che pensavano, ognuno cercando di sovrastare la voce dei chi aveva intorno. Un'unica parola pronunciata con forza pose fine alla confusione.

"Silenzio!" L'imperatore Karl Franz era in piedi, poi prese a passeggiare avanti e indietro mentre attendeva che l'attenzione dei presenti si focalizzasse su di lui, quindi iniziò a parlare:

"La situazione è complessa, molto più di quanto la maggior parte di voi possa immaginare. Non posso ancora dirvi tutto, ma è ora che sappiate alcune cose. Ben prima che l'ambasciatore Druchii contattasse il fidato Eike c'erano stati degli incontri tra me e lo stesso Malekith..."

Il vociare dei presenti esplose con la forza del rombo di un tuono, l'imperatore smise di camminare e fulminò i presenti con uno sguardo, lentamente tornò l'ordine.

"Stavo dicendo che mi sono incontrato con il signore dei Druchii, Malekith. Il primo incontro è avvenuto quando hanno liberato Tezta-in-Zcatola dai demoni. La sua storia ha cambiato la mia visione del mondo, prima di allora non mi ero mai reso conto della loro forza, del rischio che abbiamo sempre corso. Non è ancora il momento che vi racconti cosa ho appreso, per il momento vi basti sapere che ho temuto, non solo per l'impero, ma per il mondo intero. Malekith comprendeva i miei timori e li condivideva. A qull'incontro ne sono seguiti altri e abbiamo trovato alcuni punti d'incontro sulle basi dei quali hanno lavorato i nostri ambasciatori. Il principale di questi punti è che solo se combatteremo uniti sotto un unico condottiero potremmo sconfiggere le forze del caos."

Fece una pausa per riprendere fiato e per dare modo ai presenti di assimilare quanto detto, poi continuò:

"Se le forze del caos si fossero impadroniti del bestio per tutti noi non ci sarebbe stata alcuna possibilità, per questo era di vitale importanza impedire che loro arrivassero per primi al suo nascondiglio. La cosa non si è rivelata semplice, era mia speranza riuscirei a portare dalla nostra parte la maggioranza delle nazioni, ma i nani si sono opposti risolutamente e molti gli hanno dato ragione diffidando degli Elfi Oscuri. Credevo che la situazione ci stesse sfuggendo di mano, ma la mente diabolica del re Stregone è riuscita a trovare una soluzione, nonostante il mio parere contrario ha ottenuto l'appoggio degli Orchi facendo leva sul loro odio per i nani, ma sopratutto con l'inganno ha manipolato le forze del caos affinché si scontrassero con i nani ed i loro alleati. Questo avrebbe dovuto darci la possibilità di arrivare per primi sull'isola dove giaceva il bestio. Come ben sapete questo non è stato possibile a causa di due ragioni. Per prima cosa non avevamo previsto un simile reclutamento in massa di mercenari, questi sono riusciti a sbarrarci la strada e a tenerci impegnati con grande perizia. Per seconda abbiamo sottovalutato la forza dei nani e dei loro alleati, questi sono riusciti a schiacciare le forze del caso più rapidamente del previsto e ci hanno preso alle spalle. A questo punto vista la situazione svantaggiosa e visto che il nostro obiettivo primario era stato raggiunto il re Stregone, che comandava personalmente le nostre forze, ha reputato che fosse il caso di ripiegare. Ritengo che abbia preso la decisione giusta."

A questo punto ci fu una seconda pausa, ma prima che chiunque avesse tempo di parlare riprese il discorso:

"Alla fronte di quanto vi ho appena detto converrete con me che le affermazioni della qui presente ambasciatrice, anche se espresse in modo non molto appropriato, non siano fuori luogo. Quello che è successo è successo, ora dobbiamo pensare al futuro e l'unica cosa di cui sono certo è che i nani non saranno contenti della nostra alleanza, ma on ho idea di come si comporteranno. Per questo convengo con la nostra ospite che sarebbe buona cosa utilizzare meglio il nostro tempo vagliando le possibili evoluzioni, individuare le più probabili e decidere come reagirvi."

Alcuni giorni dopo Lilaeth stava passeggiando per uno dei giardini della corte quando venne avvicinata dall'ambasciatore Eike che la salutò amabilmente:

"Buon giorno mia cara, oggi la trovo splendida."

"Buon giorno ambasciatore, lei invece mi sembra affaticato, avrebbe bisogno di lavorare un po' di meno o almeno di concedersi una bella passeggiata di tanto in tanto."

"Ha ragione, ma in questo momento c'è molto lavoro da fare. La stavo cercando proprio per lavoro, volevo informarla che i nani e i loro alleati hanno accettato la nostra offerta di sederci ad un tavolo per trattare la pace. Ci incontreremo tra un mese esatto a Hochleben, si tratta della città più importante a sud dell'Impero quasi al confine con i monti neri."

"Molto bene, avevate ragione. Ora sono curiosa di vedere come intendete realizzare il vostro piano."

"Vedrete, vedrete. Anche noi imperiali conosciamo qualche trucchetto."


***


Gli orchi neri all'ingresso cercarono di fermarlo, erano enormi anche per la loro razza, con muscoli d'acciaio capaci di maneggiare con destrezza delle mazze enormi che lui avrebbe faticato solo a sollevare, erano anche rapidi e scaltri, due guerrieri veterani decisi a ucciderlo.
Morirono in due minuti.
Zakaris si guardò intorno per vedere se il suo combattimento aveva attirato l'attenzione, ma nel chiasso e nella confusione che regnava nei vicini accampamenti il breve combattimento era passato inosservato. Senza indugiare ulteriormente varcò la soglia della grotta, avanzò per un breve tratto nella penombra, poi iniziò ad udire delle voci, i capiguerra erano vicini. Con cautela sbirciò oltre una svolta del corridoio naturale e li vide, davanti a lui c'era un'ampia caverna dall'alto soffitto, al centro un ampio fuoco illuminava l'area e i numerosi occupanti.
Le sue informazioni erano esatte, i principali condottieri pelleverde erano qui riuniti, erano presenti Morglum Spezzakolli con il "fidato" Gorfang Panzamarcia, acerrimi nemici di qualsiasi nano appoggiati ad una parete, l'astuto signore di Karak Otto Picchi, Skarsnik ed il suo fidato squig gigantesco Maztica, il grande sciamano Wurzaagh, seduto a gambe incrociate in una specie di trance; infine, il più grande capoguerra vivente Grimgor Pellediferro che stava camminando nervosamente.
Stava riflettendo come fosse meglio presentarsi a loro quando Wurzaagh apri gli occhi è guardò direttamente verso l'ingresso della grotta e Grimgor zittì tutti esclamando:
"Zilenzio! Zento putza di zmilzo! Zpie!"
Subito gli orchi iniziarono a girarsi e a muoversi alla rinfusa per la grotta. Non aveva senso restare nascosti, così l'ambasciatore druchii entrò con passo spavaldo nella grotta salutando allegramente i presenti:
"Buon giorno miei cari amici orcheschi."
Come si aspettava la reazione fu decisamente violenta, aveva ucciso già due orchi quando Skarsnik cercò di placare i suoi compagni:
"Foi fermi! Zentire coza folere zmilzo trizte!"
La maggior parte degli orchi ignorarono le parole del goblin delle tenebre, altri non lo sentirono proprio a causa della confusione. Per fortuna tra quelli che lo sentirono ci fu Grimgor, il quale la ritenne una buona idea, così riportò rapidamente l'ordine nell'assemblea provocando solo un paio di vittime. Poi si avvicinò a Zakaris e investendolo con una zanfata fetida gli chiese:
"Afere utcizo miei Ragatzi, tu zmilzo forte, io rikonozco te. Portato a grande battaglia, me utcizo tanti nani. Poi foi zcappare. Koza folere tu?"
"Mio prode capoguerra, so bene che le ultime battaglie non sono andate come previsto, ma la nostra alleanza potrebbe risultare ancora molto utile ad entrambi. I nani ed i loro alleati stano concentrando la loro attenzione sull'impero e stanno radunando forze ai suoi confini. Perciò volevo solo informarvi che in questo momento potrebbero essere molto vulnerabili."
Uno dei più giovani capiguerra goblin presenti con aria confusa chiese:
"Tu folere noi attaccare impero?"
Mentre Zakaris scuoteva la testa sconsolato intervenne Skarsik, dando prova del suo intelletto superiore, superiore per essere un pelleverde:
"No Ztupido, lui dize noi attakka tappi, noi attakka zmilzi, noi attakka inutili omi lattina. Loro no azpettare noi attakare. Loro okkupati kon altri zmilzi. Tu ezzere zmilzo trizte molto furbo...". A quelle parole Morglum e Gorfang si guardarono e senza dire una parola storsero la bocca in una specie di sorriso sapendo che presto avrebbero ripreso le scorribande contro i loro acerrimi nemici; Grimgor suggellò le parole del goblin delle tenebre aggiungendo:

"…e noi folere zempre kon piacere rikordare ad odiati botoli ki komanda zulle montagne!"
"Bene vedo che almeno qualcuno di voi ha un minimo di cervello, vi lascio ad elaborare i vostri piani, forse ci rivedremo."
Così dicendo l'ambasciatore lasciò l'assemblea dei capi, dribblando agilmente le mandibole dello squig gigantesco che furtivamente si era avvicinato troppo.

Uscendo rifletté che forse sarebbero stati necessari altri suoi interventi per assicurarsi che i pelleverde si trovassero nei posti giusti ai momenti giusti.

Il corridoio era stretto e buio, ma lo conosceva alla perfezione, lo percorse a passo sicuro fino alla ripida scala che salì con passo rapido fino a raggiungere il pianerottolo. Non vi erano guardie alla porta, sarebbe stato un incontro privato. Entrò nella stanza.

Nella penombra risaltava una figura in piedi con le mani appoggiate al massiccio tavolo collocato al centro della stanza, lo sguardo concentrato a fissare la mappa del mondo che vi era rappresentata. Sembrava non aver notato il suo ingresso, ma sapeva che non era così.

"Che notizie mi porti?"

Zakaris si fece avanti, fissò Malekith dritto negli occhi e rispose:

"Torno adesso da un incontro con il nostro amico bretoniano, anche se non siamo riusciti a portarli dalla nostra parte per la faccenda del bestio, abbiamo trovato numerosi punti di comune interesse, ho dovuto fargli alcune concessioni, ma ritengo che si tratti di un buon investimento."

"Sentiamo."

"Per prima cosa abbiamo affrontato il problema delle nostre incursioni sulle loro coste, problema che ritenevo sarebbe stato un grosso ostacolo alla trattativa, ma l'umano si è mostrato più astuto ed opportunista di quanto pensassi, ha proposto che i nostri attacchi invece di colpire le loro coste in maniera casuale ed indiscriminata si concentrino su alcuni bersagli precisi di sua indicazione. Inoltre ci ha gentilmente fatto notare che chi ci ha guadagnato di più da questa guerra sono stati i mercenari. Probabilmente parte della nobiltà bretoniana non vede di buon occhio la cosa, perciò ci ha suggerito di rifarci delle mancate scorribande nei territori bretoniani spostando la nostra attenzione un po' più a sud. Vista tanta audacia, che sinceramente non mi aspettavo, ho provato ad offrirmi di alleggerire le loro carceri dai prigionieri in eccesso, ma il bretoniano ha ritenuto questa azione troppo compromettente, almeno per ora."

Il Re Stregone rifletté per alcuni istanti su quanto appena appreso, poi commentò:

"Dobbiamo valutare bene l'entità e la frequenza di questi attacchi, ma ritengo che sia una cosa ragionevole. Continua."

"L'altro argomento era di natura commerciale, abbiamo concordato di sospendere gli attacchi contro le loro navi e di assicurargli viaggi sicuri fino alle coste di Albione e ed il nuovo mondo, è intenzione di entrambi che questo sia solo il preludio alla nascita di una fitta rete di scambi commerciali tra i nostri due popoli. Ovviamente la completa cessazione degli attacchi contro le loro navi desterebbe sospetti, perciò siamo d'accordo che anche in questo caso ci suggerirà quali navi sia più opportuno attaccare. Immagino che si tratterà di imbarcazioni di suoi concorrenti scomodi o di rivali politici. per il momento questo è tutto."

Malekith sembrava perplesso, dopo alcuni minuti di silenzio disse:

"Speravo in qualcosa di più vantaggioso, ma dovremo accontentarci, al momento un alleato al tavolo dei vincitori ci fa parecchi comodo. Ora puoi congedarti."

Zakaris si inchinò davanti al suo signore, si voltò e si avviò verso la porta, appena l'ebbe raggiunta il Re Stregone gli fece un'ultima domanda:

"Toglimi una curiosità, come si chiama questo nostro amico bretoniano?"

L'ambasciatore sorrise e rispose:

"Aramis Visconte d'Epinay"



*********


NANI


Pipa in bocca e sguardo cattivo. Garagrim Sharkking camminava a passo svelto insieme ai suoi, si stava dirigendo all'interno della grotta, verso il punto della strana scoperta.
Arrivarono in una larga sala, piena di simboli strani alle pareti. Per terra cadaveri di Skaven emanavano un terribile odore, erano abbastanza chiari i segni di una esplosione: Garagrim si avvicinò a una crepa, dalla quale usciva una specie di denso fumo, appoggiò la mano alla parete, si sentiva un leggero tremolio. Tutto intorno nella sala si sentiva un continuo ronzio, fastidioso per le orecchie, ma che era anche percettibile sulla pelle. La pipa si spense. "Forza, usciamo di qui" disse Garagrim.

Più tardi il capitano osservava il sole perdersi dietro l'orizzonte, così come l'ennesima imbarcarzione che portava messaggi al continente. Tirò due profonde boccate e assaporò a lungo l'aroma del tabacco.

Il nano correva più in fretta possibile. Attraverso cunicoli e sale arrivò a un gigantesco portone, le due guardie lo riconobbero e lo lasciarono passare: all'interno il trono d'oro massiccio, e un grande libro illuminato facevano passare in secondo piano il possente nano che sedeva leggendo, "Sire, l'hanno individuato, chiedono rinforzi", "Contatta i nostri alleati, e organizza una spedizione". "Subito signore"

"Per la barba di mio nonno!" Garagrim osservò la gigantesca flotta che si stava avvicinando. Si aspettava rinforzi, ma non così tanti. E soprattutto si aspettava nani, non umani, ne elfi, tantomeno vampiri o re dei sepolcri. Dalle bandiere riconobbe navi tileani, bretoniane, c'erano elfi alti e persino silvani.

"Salve Sharkking, siamo qui per aiutarvi" Così si presentò il nano che guidava la spedizione, "Abbiamo portato i migliori Custodi delle Rune, i migliori ingegneri, elfi esperti di rune e di magia, maghi umani e mercenari che controlleranno le zone circostanti. I lizard hanno delle informazioni utili su quella cosa, ci aiuteranno a capire cos'è e come richiuderlo. Anche i vampiri e i khemri sono dalla nostra parte!"; uno Scinco si avvicinò ai due nani: "Quello che ora chiamiamo il bestio, è una entità antica come il mondo stesso. In qualche modo arrivò sul nostro pianeta seguendo gli antichi attraverso il warp. Non sappiamo se gli antichi lo portarono di spontanea volontà. In ogni caso questa creatura era in contrasto con il loro piano di far fiorire questo pianeta. Decisero di combatterlo, ma era troppo forte anche per loro. Così lo imprigionarono nella sua tomba, che ora in qualche modo è stata riaperta. Dobbiamo riuscire a richiuderlo, o la morte tornerà unica vera padrona del mondo che conosciamo", "Si tratta di riparare il muro..." bofonchiò Garagrim, "Esatto" continuò il nano capo spedizione "i vertici dell'alleanza si sono trovati, e hanno deciso di tentare questa via. Rune naniche ed elfiche, unite alla nostre capacità nel campo dell'ingegneria, e il supporto delle magie delle varie razze nostre alleate, possiamo farcela".
Garagrim non se lo fece ripetere due volte "Forza voi, seguite gli ingegneri e i custodi delle rune, e vedete di riparare quel muro! E lo voglio a bolla, mi raccomando!". La squadra entrò di nuovo nella misteriosa grotta. Gli scinchi leggevano le antiche scritte presenti sui muri, per fortuna sopravvissute al tempo e all'esplosione provocata dagli Skaven, e le traducevano ai maghi giunti da Bretonnia. Erano formule che permettevano di attenuare i poteri del bestio, e avrebbero permesso di tenerlo a bada durante i lavori.

Avvicinandosi man mano al sarcofago le lettere assumevano una luminescenza propria, sembravano acquisire potere e proteggere chiunque si fosse avvicinato alla creatura, anche se era necessario mantenere una sorta di barriera magica per non vedere la propria forza vitale risucchiata, persino i potenti incanti posti dagli Antichi sulla tomba stavano perdendo il loro potere protettivo.

Osservando bene la struttura che conteneva il Bestio, tra le formule e le frasi rituali si potevano intravedere segni più antichi, in grado di narrare, a chiunque fosse stato in grado di leggere tali arcane lettere, la storia della creatura imprigionata:

“Tramandato a te da TlazTepok, signore del sacro propulore dei Vascelli del Sole:

E fu in quei giorni, in cui dipartimmo dal pianeta ormai preda dei nostri atavici nemici stellari, che la creatura si nascose sulla nostra nave. In principio essa era piccola, un essere longilineo di pura oscurità che si annidava nei condotti vicino ai motori del Vascello. Non potevamo rilevarla, ma le sue piccole dimensioni, il suo potere limitato e la schermatura del reattore ci tranquillizzavano sulla sua sorte. Appena fosse uscita allo scoperto, l’avremmo distrutta.

Tramandato a te da Tlazcotl, Supremo Signore del Vascello del Sole:
La rovina è su di noi. La “cosa” è scappata dalla nave, ed ha iniziato a nutrirsi dell’energia warp di questo pianeta. Ogni cosa intorno a noi muore, le giungle primordiali che ivi trovammo sono ricoperte di neve, e i rettili mastodontici sembrano impazzire di dolore. Questo essere ci sta uccidendo tutti, uno dopo l’altro; è inarrestabile! Dalle sue molte teste emette raggi di pura energia tale che nemmeno i nostri scudi psionici possono bloccarla! Se questa mostruosa creatura è una nuova arma dei nostri nemici, la sconfitta è vicina!

Tramandato a te da Tlazcotl, Supremo Signore del Vascello del Sole:
Siamo rimasti solo in trenta, dell’equipaggio iniziale: ma forse, Tepok ha trovato una soluzione.
Con la pietra più dura estratta dal fondo del pianeta, è stata plasmata una bara di contenimento. Posto in un determinato luogo della superficie, in cui ben tre linee energetiche si incontrano, questo sarcofago potrà contenere la tremenda potenza della creatura e ridurla in uno stato di sonno che durerà in eterno, finchè la trappola non si rompa o venga spostata dal suo luogo.
Ci serve solo un modo per indurlo ad entrarci...

Tramandato a te da Tlazcotl, Supremo Signore del Vascello del Sole:

Sia lode al nostro fratello Soth Ek!!!! Egli si è infatti sacrificato per noi ed ha offerto la sua libertà per intrappolare la creatura. Entrato nel sarcofago, ha aspettato fino a che la cosa non lo raggiungesse. Assunto il suo aspetto di serpente, ha ingaggiato una strenua lotta col mostro, fino a che le energie non furono sufficienti per sigillare la bara e salvare noi stessi e questo mondo dalla distruzione!
Sia sempre lode al sacrificio di Soth Ek, e alla tomba che commemora le sue gesta!
Funesti i tempi per chi profanasse tale luogo di sacralità!”

Mentre tutto intorno all’isola infuriava la battaglia tra le flotte di Nani, Elfi, Uomini, Lucertole e Non Morti, scontrandosi con gli Elfi Oscuri, gli Imperiali, Norsmanni e Guerrieri del Caos, e perfino Orchi sulle loro imbarcazioni raffazzonate, e mentre sotto terra pattuglie di Nani Minatori e Spaccaferro tenevano a bada le incursioni degli Skaven, intorno al sarcofago si combatteva uno scontro ben più mortale e risolutivo: intorno alla bara erano riuniti i più potenti usufruitori di magia del Mondo, e tra di loro spiccavano figure quali l’arcimago elfico Teclis, il Custode delle Rune di Karak Azul Thorek Cipigliodiferro, damigelle bretoniane, maghi mercenari, sacerdoti scinchi in comunicazione telepatica con il distante continente di Lustria, mentre i Gran Sacerdoti Slann impegnavano le proprie menti nella titanica lotta per tenere più bloccati possibile i flussi polari e impedire alle forze demoniache di invadere in massa il pianeta. Il più Anziano dei Custodi delle Rune forgiò una antica e potente runa, e la pose sulla crepa appena riparata: scintille di magia verde brillante si libravano intorno alla zona in cui il martello dell'anziano nano batteva con un ritmo lento e cadenzato. Dall'interno la creatura si dimenava e si lamentava, ma non poteva molto contro i maghi della Dama e i Tessimagie Elfici. Le urla strazianti della creatura, in realtà non percettibili alle orecchie, ma che potevano rimbombare nella testa delle creature più deboli, erano tenute a bada dalla magia delle diverse razze presenti. Tutto intorno alla runa principale dei nani, gli elfi silvani iscrissero delle altre rune, simili a quelle che delimitano i confine di Athel Loren. Funzionarono, forse a prova che la foresta e il Bestio erano stati creati dalle stesse entità. Gli Alti Elfi fecero lo stesso con le loro rune, e sfruttarono la loro conoscenza nel campo della magia per fissare i poteri di quelle magiche iscrizioni sulla tomba. Un fischio si spense come un rumore che si perde in lontanza, un potente risucchio d'aria scosse chiunque si trovava sull’Isola e persino le navi a largo ondeggiarono pericolosamente, finché tutto tornò calmo e il sarcofago fu di nuovo sigillato.

Intorno a un grosso tavolo di pietra, gli ambasciatori delle otto razze discutevano tra di loro: "Noi vogliamo essere pagati!" sbottò un mercenario. "Non potete accontentarvi dei bottini che avete portato a casa dall'Impero? E poi la salvezza del nostro mondo mi pare un degno pagamento!" rispose un umano dalla carnagione pallida, parlando da un angolo della sala in cui era rimasto solo, isolato da qualsiasi altro ambasciatore.
"Già, cosa ne facciamo dell'Impero? Quegli infami traditori! I nani rivogliono Ghal Maraz" disse l'ambasciatore nano, "I più fedeli a Sigmar si sono ravveduti verso la fine, ormai era troppo tardi per cambiare bandiera ma potremmo premiare la loro volontà e la capacità di comprendere che il loro agire non era dettato dalla ragione ma da influssi maligni" l'Alto Elfo parlava con calma "Direi di lasciare a loro il potere nelle loro terre...", "E con il bestio? Dovremo mantenere alta la guardia affinché non possa essere di nuovo liberato!"

Ferdrig Thordresson osservò la sala in cui si trovava: adornata con mobili sobri e poco invadenti, era perfetta per ospitare un convegno di diplomatici e ambasciatori, peccato che lui era un guerriero (e di quelli poco pazienti per giunta) e benediceva Grungni per il poco tempo che aveva dovuto passare in mezzo a quegli intrighi da palazzo di corte di umani ed elfi. Le parole pronunciate scivolavano via e non provava nemmeno a cogliere o rielaborarle, il pensiero rivolto ad altre novità e accadimenti avvenuti negli ultimi mesi. La mente si allontanò per un attimo da quel salone, era appena tornato da una missione importante sul continente, un viaggio che aveva ridato speranza al suo popolo e nuova linfa alla causa dei Nani sulle montagne dei Confini del Mondo: dopo tutto questa guerra per il controllo del Bestio avrebbe portato qualcosa di buono anche in patria…

Duregar osservò il paesaggio desolato davanti a sé: oltre le barricate e le mura esterna della cittadella nanica a Karak Otto Picchi, guardando verso il passo da cui erano arrivati anni fa per reclamare l’antica capitale del Karaz Ankor non si riusciva a scorgere altro se non cadaveri di pelleverde e pile informi e parzialmente carbonizzate, i resti dei precedenti assalti tentati dai Goblin; erano giorni però che non provenivano attacchi da quella direzione, anche se non era necessariamente una buona notizia. Non si era mai sicuri di nulla in quei tempi, e le mura cingevano interamente l’avamposto in quanto era sempre possibile che un attacco provenisse da una qualsiasi direzione. Il cipiglio crebbe, e i pensieri vagarono verso i primi giorni successivi alla conquista della testa di ponte, al recupero di antichi tesori dai saloni dei primi livelli, alla veduta delle vetuste cupole alte decine di metri all’interno della Karak; i primi vagiti della speranza erano stati fermati in modo crudele dalle ondate di pelleverde provenienti dai livelli inferiori, e ormai era chiaro che lo stallo portava più problemi ai Nani rispetto che alle infinite orde Goblin. Un grido d’allarme lo scosse dai suoi tetri pensieri: “Lord Duregar, i Grobi attaccano di nuovo dal salone di Aznarogal! Sono accompagnati da una mezza dozzina di Troll di Pietra e a quanto pare mirano proprio al centro delle nostre difese!”, il guerriero nano che l’avvisò dell’attacco, Ori Hasseldoff, lo accompagnò lungo le scalinate discendenti verso la linea difensiva costituita da una serie di palizzate rinforzate, presidiate da unità di archibugieri e balestrieri e rinforzate lungo tutto il perimetro da schiere disciplinate di guerrieri e spaccaferro ormai veterani delle battaglie in profondità nelle miniere. “Che diavolo pensano di fare? Non hanno speranze con forze così esigue di sopraffarci, devono avere in mente qualcosa…” Disse tra sé Duregar, mentre le prime fila di pelleverde venivano falcidiate dai quadrelli e proiettili sparati dai tiratori nani; finché le fila nemiche non vennero disperse e anche i Troll di Pietra vennero abbattuti dai dardi di balista scagliati dalle torri che punteggiavano le mura. “Aprite le porte!” ordinò, e subito la sua scorta di spaccaferro ricoperti di pesanti armature di gromril e cotte di maglia del miglior acciaio nanico provvide a circondarlo, la sua personale guardia del corpo: al di fuori della cinta esterna i corpi dei Goblin erano sparsi ovunque, un contingente davvero misero in confronto a quelli passati, perché diavolo avevano attaccato? D’improvviso, un rumore di passi pesanti provenne dal salone davanti alle mura, e immediatamente i veterani nani si schierarono in formazione tutt’intorno a Duregar, gli imponenti scudi rotondi messi a formare una muraglia di stoico gromril contro qualunque sorpresa l’oscurità portasse con sé; “Fermi!” ingiunse infine Duregar “se non sapete riconoscere alla vostra barba il rumore di stivali nanici allora che diamine di guardia del corpo siete?” con lo spegnersi dell’eco delle sue parole ecco infine apparire un esercito di nani, guidati da una figura torva e ben corazzata, recante con sé una pesante ascia incrostata di rune portata a tracolla sulla schiena “Ferdrig! Da dove sbuchi con tutti questi guerrieri?” “Ti porto grandi novità dall’esterno, amico Duregar! Una guerra è stata vinta, e con essa nuovi alleati hanno pronunciato voti di alleanza!” proprio in quello stesso momento, i corni della cittadella superiore suonarono all’unisono “Eccoli arrivati! Gli ho fatto seguire la strada delle montagne piuttosto che i cunicoli della città, probabilmente i loro cavalli si sarebbero azzoppati da soli… Beh, a quanto pare abbiamo sufficienti forze per recuperare buona parte delle sale dei primi livelli no? Ricorda sempre: la speranza non muore mai, finché ci sarà un nano a difenderla!”

Ferdrig si riscosse dai suoi pensieri, attimi di gloria appena trascorsi ma che a breve forse non sarebbero stati così rari negli annali delle Karak. Diede una lunga tirata alla sua pipa, quindi emise alcuni piccoli anelli di fumo mentre pensava a come esporre le ultime notizie e decisioni al consiglio degli alleati: “Amici, dopo mesi di battaglie e un duro scontro con nemici ancestrali e vecchi alleati passati dalla parte opposta alla nostra, siamo qui riuniti per decidere come il Vecchio Mondo cambierà dopo questa tempesta. Sarò sincero: preferirei radere al suolo l’Impero e scacciare al di là delle montagne pelleverde e uomini-ratto, ma un conto sono i sogni e le vane speranze, un altro è la realtà e la convenienza; ebbene, ci troviamo qui ora, elfi alti e silvani, bretoniani, mercenari e uomini lucertola (i non morti avevano abbandonato il consiglio da tempo, il loro compito ormai svolto e poco propensi ad affrontare gli amici di chi era caduto per mano di Nagash e poco si fidava di tali abomini) per rinforzare i reciproci rapporti di alleanza e supporto. Come generale della fazione nanica, inizierò con il rispettare i patti presi con ciascuna delle fazioni che ci hanno prestato aiuto: innanzitutto la paga per i Mercenari sarà rispettata, che non sia mai detto che noi Nani non manteniamo la parola! I tesori recuperati finora a Karak Otto Picchi e i compensi in denaro che le città imperiali ci hanno donato come pagamento parziale per la sconfitta subita serviranno a coprire parte delle spese. I boschi di Loren non saranno più toccati, né da Nano né da Umano, così che l’equilibrio venga rispettato e gli amici Elfi possano trovare pace in tempi così tribolati. Agli amici Bretoniani, che hanno dimostrato quanto un cavaliere possa tornare utile sul campo di battaglia, concediamo il nostro appoggio per quanto riguarda il controllo del Passo Colpo d’Ascia, già ora un contingente da Karak Norn si sta dirigendo lì per iniziare i lavori di miglioramento dei forti e costruzione di ulteriori posti di guardia per aiutarvi nel controllare i flussi commerciali. Una nuova forte alleanza è nata tra il popolo Dawi e gli Umani, e per suggellarla abbiamo deciso di concedere loro gli antichi privilegi sui commerci tra le nostre Karak e le vostre Città, vantaggi che saranno rimossi agli Imperiali, in attesa che i rapporti tornino civili e pacati: non dimenticate mai che un Nano sacrifica volentieri la propria brama di ricchezza in favore del pagamento di un torto e l’estinzione di un rancore! Infine, per suggellare l’alleanza, saranno forniti sia a Bretoniani che Mercenari armature del miglior acciaio nanico a prezzi ribassati, che fungano da suggello per le azioni intraprese in questa campagna! Agli Elfi Alti, come ringraziamento per l’appoggio in mare e l’aver limitato il supporto degli Elfi Oscuri all’Impero, consegniamo loro alcuni degli antichi cimeli, armi e gioielli facenti parte del bottino di guerra della Guerra della Vendetta, come segno di parziale perdono (la parola suonò strana in bocca, esistano centinaia di parole in Khazalid per dire torto, rancore, vendetta, ma nessuna per la parola perdono, e la lingua degli Umani era così primitiva!) per i rancori passati. Infine, giungiamo al nodo cruciale della campagna stessa: il Bestio. Come da accordo con gli Uomini Lucertola, la custodia della creatura sarà spartita tra di noi, l’isola sarà sgombrata da ogni forza alleata tranne quella di noi Nani, e l’essere che ha minacciato il mondo sarà controllato strettamente dai nostri migliori Forgiarune e da qualunque forza i lucertoloidi vorranno portare.”

Ferdrig tirò un ulteriore boccata alla sua pipa, fedele compagna di battaglie e consigli di guerra, mentre osservava le facce degli ambasciatori e tentava di coglierne le reazioni: “In cambio di questi favori e per rinsaldare i nostri accordi, come già concordato verrà stabilito un cordone navale protettivo intorno all’isola, di modo da impedire qualunque nuovo tentativo di impossessarsi del Bestio; le navi elfiche, umane, naniche e la flotta lucertoloide avranno inoltre il compito di pattugliare il mare degli Artigli e le coste imperiali, di modo da tagliare i rifornimenti che gli Elfi Oscuri tenteranno di portare agli alleati imperiali, in questo modo forse gli umani capiranno da quale parte è meglio stare. Infine, le forze alleate umane, naniche e lucertoloidi si impegnano a prestare aiuto al reame elfico di Ulthuan, per presidiare i mari occidentali e le coste di Naggaroth contro la flotta dei Druchii, così da prevenire parte degli attacchi ai regni alleati. Questi sono gli accordi e le condizioni che il Sommo Re Thorgrim propone a voi, ho terminato.”

Il venerando nano tacque e si sistemo sulla propria sedia, riusciva a sentire la tensione aleggiare nell’aria e capiva che questo momento sarebbe passato alla storia del mondo che conoscevano: mai prima d’ora si era creata un’alleanza tanto vasta e accomunata da un obiettivo unico, e questi accordi potevano servire a rinsaldare l’evento o a distruggerlo definitivamente. All’improvviso il portone d’ingresso al salone si aprì, lasciando entrare un messo imperiale che venne guardato in modo disgustato dalla maggior parte dei convenuti; con sguardo ansioso e piccoli passi incerti, l’umano si diresse quindi verso lord Ferdrig porgendogli un rotolo di pergamena sigillato con l’emblema imperiale di Karl Franz, che venne velocemente rotto di modo da permettere al nano di leggerne il contenuto: “Ah! I nostri avversari hanno deciso di venire allo scoperto finalmente! Hanno convocato un consiglio di pace a Hochleben, una città imperiale, di modo da discutere degli accordi conseguenti alla conclusione della campagna. Forse riusciremo a porre fine una volta per tutte a questa guerra!”

Il mondo era cambiato: difficilmente sarebbe rimasto come prima, e solo pochi angoli non avrebbero sentito su di sé il tocco del mutamento. Sarebbero comunque stati tutti toccati dal vento: una brezza leggera, che come un ospite sempre in viaggio e attento a visitare ogni luogo avrebbe testimoniato gli avvenimenti di quell’epoca. Passando sopra i Principati di Confine, terre sofferenti e da tempo contese tra umani di varie stirpi, bretoniani, mercenari, imperiali, sempre mescolati come formiche frenetiche nella calca della guerra; un momento prima sembra che una fazione prende il sopravvento, che pochi attimi dopo è l’altra a detenere il potere: ora sembrava che i feudi bretoniani spiccassero più vividi dall’alto, segno forse di un cambiamento, se non fosse che le forze mercenarie trovassero nuovi territori da conquistare e nuove città da inglobare nel loro tumultuoso modo di vivere. Il vento soffiò e passò oltre a questi territori sempre combattuti, passando sopra le montagne, spirando all’interno di buie caverne e profondi saloni illuminati da candelabri intagliati con le forme di rotondi visi barbuti, portando con sé il lezzo delle carcasse bruciate su enormi pire, il nauseabondo odore delle tane Goblin e il tipico profumo di birra forte e il rumore delle incudini all’opera nei saloni dei Nani, che però ora alloggiavano presenze diverse, che per la prima volta prestavano aiuto a questa razza laboriosa, portando forse una speranza e un evoluzione nell’eterna lotta sotto i monti. Ma il vento, incurante, passò oltre, si diresse ad ovest, sorvolando il più grande reame degli uomini, l’Impero, ora meno punteggiato da carovane e commercianti e più da profughi e disperati in cerca di una nuova casa dopo le recenti guerre e invasioni: respinti ad ogni nuova città ma anche ai confini con altri regni, ormai caratterizzati da numerosi accampamenti e nuovi forti di guardia, difficilmente i rapporti tra il regno di Sigmar e i suoi vicini sarebbe tornato come prima, e di sicuro anni penosi aspettavano gli abitanti di questa nazione. Come sempre però, il vento non prestò attenzione alle disgrazie degli esseri viventi, ma si diresse ancora più in là, passò sopra antiche foreste che dopo anni di tagli e scontri ai confini vedevano finalmente un po’ di pace, oltrepassò le coste del mare, si fece strada nell’oceano e giunse nei pressi di un isoletta, come attirato da una forza antica e incomprensibile, si librò per qualche secondo al di sopra di questa scorza di terra ritagliata in mezzo a un’enorme tela blu mare e venne quindi risucchiata in basso, in profondità, fino all’ingresso di un’antica sala, al cui centro si ergeva una sorta di tomba, un contenitore arcano, circondato da strani essere lucertoloidi e da figure barbute ricoperte di cotte di maglia e piastre, intenti a salmodiare vecchi incantesimi di blocco e contenimento: il vento vorticò intorno al sarcofago, sentì qualcosa al suo interno muoversi e gemere, vetusto e potente ma ormai battuto e confinato, quindi trovò una nuova apertura e come sempre passò oltre, incurante di ciò che avveniva, testimone dell’evolversi dei tempi.


*********


CONCLUSIONE E PRELUDIO:


L'isola che racchiudeva la tomba del Bestio era ora un mare di sangue: ogni spiaggia, ogni pianura, vallata, montagna riecheggiava di urla di battaglia che sovrastavano qualsiasi cosa. Ogni razza del vecchio e del nuovo mondo era li e tutte stavano combattendo per lo stesso scopo: la salvezza della propria razza.

Da una delle montagne più alte, da dentro le pareti di una crepa, qualcuno osservava lo svolgersi degli eventi con una notevole dose di soddisfazione: la morte di tutto ciò che era estraneo alla sua razza era un qualcosa che lo riempiva di una gioia che aveva dimenticato. Poi girò l'unico occhio sulla spiaggia alla sua destra: il massacro dei Nani che stavano costruendo un faro era stata la nota più bella della giornata perchè lo aveva fatto anche, e sopratutto, con le proprie mani. Da quando non squartava un tappo? Troppo, troppo tempo...Ma se gli Dei erano favorevoli la prossima volta non sarebbe stata troppo lontana...e sporadica.

Mentre Nani e Druchii si affrontavano in una battaglia spaventosa, la creatura girò le spalle e si immerse nell'oscurità della grotta dove altri, molti altri, come lui, lo stavano aspettando con il prezioso carico che dovevano assolutamente riportare alla loro regina.

La sua risata si mischiò all'odore di sangue che il vento portava: l'alba dei Fimir era vicina...
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Orcry »

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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Pyros »

Vha sta cosa puzze pure a me e nn mi torna da quel che sapevo da Aramis...
L'han messa loro per il colpo di scena ma tra se io o peloso lo scpriremo passeremo Aramis per il fil di spada se nn sarà Louen ad averne l'onore....
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Aramis »

"Ehm, dunque, aspettate che vi spieghi.. Mmm, ho lasciato qualche cosa sul destriero.. Torno subito!"
Aramis lasciò la stanza un pò trafelato..

Rumori di una corsa frettolosa giù dalle scale..
Il nitrito di cavallo e il suono sempre più lontano di un galoppo..

Tutto quello che ho fatto ragazzi è per il bene di Bretonnia sacrificando l'onore del mio personaggio. Ora di certo Bretonnia si trova nella situazione con maggiori opportunità e benefici.

Ho il dovere di prendermi tutta la responsabilità di aver contattato gli Oscuri! Né loro, né tantomeno e soprattutto Pyros o Peloso hanno mai neppur lontanamente preso in considerazione una minima apertura con i nemici.
Eike von Repkow
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Eike von Repkow »

vedo con piacere che il buon Aramis ha capito il discorso che feci sulle convenienze politiche e contingenze. e questo piace all'Imperatore.

p.s.
chi aveva chiuso la morsa attorno all'Impero?
Godel wrote:Questo è un richiamo che ti è stato inviato da un moderatore o da un amministratore.
Per l'enorme c**o che dimostri coi dadi^_^

(scherzo...domani te la tolgo già^_^)
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Pyros »

Noi ahahahahah
Sempre e cmq con mercenari e nani!
Passo Colpo d'Ascia è nostro!
Aramis
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Aramis »

Eike von Repkow wrote:vedo con piacere che il buon Aramis ha capito il discorso che feci sulle convenienze politiche e contingenze. e questo piace all'Imperatore.

p.s.
chi aveva chiuso la morsa attorno all'Impero?
Eh eh eh, in realtà mi ero già mosso prima di quel discorso [che non per questo non condivido], tanto che ti avevo scritto che alla fine i Bretoniani saranno quelli più accondiscendenti con gli sconfitti..

Spero che i bretoniani non ci siano rimasti troppo male, ma nell'economia della campagna mi sembrava un'aggiunta carina, non trovate?
zakaris von urdet
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by zakaris von urdet »

Aramis wrote: Eh eh eh, in realtà mi ero già mosso prima di quel discorso [che non per questo non condivido], tanto che ti avevo scritto che alla fine i Bretoniani saranno quelli più accondiscendenti con gli sconfitti..

Spero che i bretoniani non ci siano rimasti troppo male, ma nell'economia della campagna mi sembrava un'aggiunta carina, non trovate?
Direi che la tua mossa inaspettata per i più ha messo in secondo piano gli altri elementi contenuti nei racconti!
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Orcry
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Orcry »

i Bretoniani saranno quelli più accondiscendenti con gli sconfitti.
Veramente da ciò che dicevate durante il consiglio d'alleanza eravate i più forti oppositori dell'Imepro-Druchii assieme ai Nani. L'accondiscendenza era stat mostrata da me :mrgreen:

Ma si puà sapere in parole povere chi cavolo è sto Tezta in Zcatola ? E' Il vero karl Franz ?
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by lorenzo »

Le questioni rimaste aperte vedremo se chiuderle noi master, o lasciarle come tracce aperte per la prossima campagna.
Purtroppo entrambi gli schieramenti si sono concentrati molto (troppo) sulla politica e meno sulle questioni della campagna.
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Aramis
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Aramis »

Orcry wrote:
i Bretoniani saranno quelli più accondiscendenti con gli sconfitti.
Veramente da ciò che dicevate durante il consiglio d'alleanza eravate i più forti oppositori dell'Imepro-Druchii assieme ai Nani. L'accondiscendenza era stat mostrata da me :mrgreen:

Ma si puà sapere in parole povere chi cavolo è sto Tezta in Zcatola ? E' Il vero karl Franz ?
In linea generale è vero, ma un paio di volte avevo buttato qualche indizio..

Esatto!! Anche io non ho capito bene chi sia quel tizio..
Eike von Repkow
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by Eike von Repkow »

tiz è il fulcro dell'alleanza impero-druchii.
Godel wrote:Questo è un richiamo che ti è stato inviato da un moderatore o da un amministratore.
Per l'enorme c**o che dimostri coi dadi^_^

(scherzo...domani te la tolgo già^_^)
zakaris von urdet
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Re: Conclusione del Segreto degli Antichi, finalmente!

Post by zakaris von urdet »

Come! Non avete capito chi è Tezta in zcatola!

:lol: :lol: :lol:

Sarei stato deluso se lo aveste capito... comunqu ci sono parecchi indizzi, anche se nascosti. :twisted:
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