[WHFB] Cronache della Fine dei Tempi

Discussioni su Warhammer Fantasy Battles o Age of Sigmar
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Baldovino I
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Metà 2525 - Inizio 2526 (13a parte)
Karak Kandrin - Aqshy (ep. 28)


Spesse nubi di gas verdastro fuoriescono da quello che resta dei portali della fortezza. I nani hanno combattuto troppo a lungo gli skaven per non comprendere immediatamente che si tratta di gas velenosi del Clan Skryre. Persino a più di un miglio di distanza, gli effetti nefasti del veleno provocano, tra indicibili spasmi, la morte di metà del battaglione di Ungrim.

Comprendendo l’impossibilità di rientrare attraverso il portale, Ungrim decide di seguire sentieri montani conosciuti solo dai ranger per aggirare la montagna ed entrare nella roccaforte utilizzando una porta secondaria sull’altro lato. Gli skaven, però, avendo notato la fuga del re sventratore, si mettono sulle sue tracce. Ne segue una serie di scontri sanguinosi dove, per giorni interi, alcuni reggimenti di nani si immolano per consentire al loro sovrano di guadagnare tempo. Finalmente, passati diversi giorni dalla battaglia nel passo, Ungrim e gli altri sopravvissuti riescono a trovare la ‘Porta del Cacciatore’ ed accedere a Karak Kandrin.

Lo spettacolo di cui i nani sopravvissuti sono testimoni è sconvolgente. Tutto è avvolto in un silenzio innaturale e, un po’ alla volta, Ungrim ed i suoi seguaci scoprono i corpi inanimati dei guerrieri ancora di guardia alle varie porte della fortezza. Esplorando i luoghi, Ungrim scopre che, dopo la prima detonazione, gli altri due Abomini, sfruttando il loro potere di rigenerazione, si sono spinti sempre più in basso nei tunnel, portando i gas venefici ovunque nella fortezza.

Per giorni il re percorre le sale silenziose, testimoniando l’orrore che ha colpito coloro che erano sotto la sua protezione. Troppi corpi da seppellire, troppi persino da piangere. Quello che Ungrim prova va oltre il dolore ed il compianto.

Tutti i sopravvissuti prendono il voto degli sventratori ed attendono il loro re per essere condotti ad una morte onorevole. Solo sull’altare di Grimnir, Ungrim fa scorrere le proprie mani su quell’ara di pietra, acciaio e ferro, seguendo il rituale di ogni sventratore che si lancia nella sua cerca disperata. Questa volta, però, l'effetto è diverso. Le rune risplendono ed in un’esplosione di luce abbandonano il metallo al quale erano legate ed entrano dentro Ungrim stesso. Fiamme danzano intorno al corpo del re, i suoi capelli trasformati in un’orgogliosa cresta di fiamma viva. L’aurea intorno a lui scintilla, mentre l’Ascia di Dargo emette balenii di luce.

I suoi seguaci osservano stupefatti la trasformazione. Tale stupefazione si trasforma in meraviglia, quando il loro capo purifica le sale della fortezza con un fuoco catartico. Solo quando l’intera Karak Kandrin è trasformata in un’enorme pira funebre, Ungrim, senza più voltarsi indietro, conduce i propri seguaci fuori della fortezza (fonte: Tanquol)
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Kislev: arcieri kisleviti a cavallo (7); Conti vampiro: scheletri (10);
Scenici: osservatorio del teschio; Bretonnia: 12 cavalieri appiedati, 3 pellegrini del graal; Mighty Empires: 3 segnalini eserciti, 3 segnalini nave, 1 segnalini città, 4 segnalini villaggio, 3 segnalini drago

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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – inizio 2527 (1a parte)
Altdorf – Geheimnisnacht - La notte degli orrori (ep. 29)

Kurt Hellborg era sempre stato uomo d’azione e non di governo. Trovatosi di fronte l’improbo compito di governare ciò che restava dell’Impero, aveva preso le decisioni che la sua anima di soldato gli suggeriva. Non sempre le migliori, ma almeno era riuscito a mantenere l’ordine nella capitale.

Dall’esterno affluivano continuamente i superstiti dei rovesci militari che le tre armate di Nurgle avevano inflitto agli imperiali nella loro avanzata verso Altdorf, ma anche i profughi di altre province colpite dalle scorrerie sempre più indisturbate di orde di uominibestia. Così, a reggimenti e truppe di Carroburg e Talabheim si erano aggiunte milizie dello Stirland.

All’interno della capitale il male si era propagato senza che Kurt facesse nulla per capirne la fonte. Il Reik si era ricoperto di alghe e schiuma nerastre che emanavano ovunque un fetido odore. La città stessa era ammantata di una strana e malsana nebbia che conferiva al paesaggio un sinistro lucore. Innumerevoli erano stati i cittadini che si erano ammalati ed erano deceduti al punto che Hellborg si era visto costretto a ricorrere ai servigi dei collegi di magia e alle preghiere dei preti di Sigmar e delle sorelle di Shallya per tentare di dissipare quell’aria malsana. La soluzione aveva portato solo un temporaneo sollievo. Alla paura si era aggiunto prima un crescente malcontento e poi un’aperta insurrezione, repressa senza pietà, quando il Maresciallo aveva ordinato che ogni abile cittadino contribuisse alla manutenzione e rafforzamento delle difese, lasciando i cadaveri dei morti decomporsi nelle strade. La popolazione d’altronde ignorava le notizie che quotidianamente le staffette portavano al reggente dell’ormai prossimo arrivo dei tre eserciti caotici e l’accordo che Hellborg aveva raggiunto con il più improbabile degli alleati, l’unico che avesse espressamente risposto alla sua richiesta di aiuto.

Interamente concentrato sul pericolo esterno, peraltro giunto ormai alle porte della città, Kurt aveva finito per ignorare del tutto dove si annidava la minaccia più immediata: nel sistema fognario di Altdorf, indisturbato da mesi, il dottor Festus aveva lavorato incessantemente, giorno e notte, per essere pronto nella notte di Geheimnis, la notte dei misteri. Aiutato dal Grande Immondo Ku’Gath egli ha portato a termine tutti i preparativi necessari e le decisioni di Hellborg non hanno fatto che facilitargli il compito. La città è disseminata di cadaveri che albergano il seme di Nurgle e dal suo calderone inizia a fuoriuscire una spessa nube biancastra. Nel quartiere del mattatoio, il pozzo che conduce all'ingresso delle fogne inizia a fumare con la colonna che si fa sempre più spessa e sale sempre più in alto a coprire il cielo sopra la città. Il fumo si trasforma in spesse nubi , finché, prima a gocce isolate, poi in maniera sempre più consistente, un temporale innaturale si abbatte sulla capitale. Man mano che i liquami entrano nelle armature degli uomini schierati a difesa delle mura, si diffondono malori e malattie. Irrorati da quei liquidi immondi, dai cadaveri abbandonati spunta e cresce a velocità impressionante una fitta giungla di rampicanti pelosi e appiccicosi che attanagliano e dilaniano qualsiasi malcapitato incontrino sulla loro strada. La fetida giungla è particolarmente spessa nel cuore stesso di Altdorf, dove le strade ed i palazzi iniziano a tremolare e svanire, lasciando posto interamente al reame demoniaco che è il giardino di Nurgle. Al crescere d’intensità del temporale, i tuoni assomigliano sempre di più ad una risata sovrannaturale, mentre il centro della colonna di fumo altera inesorabilmente il confine tra la realtà ed il reame del Caos.

Quando gli eserciti ammassati intorno alla città levano al cielo l’urlo di guerra e caricano, nel cuore del vortice di quella che era stata una semplice colonna di fumo la realtà viene piegata, divisa ed infine dilaniata, lasciando entrare da quella ferita le legioni demoniache di Nurgle in tutta la loro rivoltante gloria.

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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per seguire un po' meglio i prossimi eventi...
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – Inizio 2527 (2a parte)

Altdorf, Geheimnisnacht – Per la Dama! (ep. 30)

Louen Leoncoeur ha condotto i propri cavalieri a marce forzate fino alle porte di Altdorf. Nessun nemico ha osato frapporsi all’armata bretonniana lungo il suo cammino, neanche le orde di uominibestia che seminano il terrore e la distruzione nelle contrade dell’impero e di Bretonnia.

Ciononostante, scrutando l’orizzonte di fronte a sé dalla Cresta del Pino Insanguinato, l'altura a sud della capitale, l’Alto Paladino si rende conto di essere arrivato in ritardo.

Sotto il lucore spettrale che emana dalla luna di Morrslieb e la luce sempre più forte di una cometa a due code che sembra avvicinarsi incessantemente, flagellata da uno strano diluvio di liquami biancastri e malsani da nubi che sembrano emergere da un vortice che ha il suo epicentro nei quartieri meridionali, Altdorf è attaccata da tre fronti: da ovest l’armata condotta da Otto Glott ed i suoi strani fratelli investe la città su un fronte estremamente vasto. Otto conduce il suo esercito attraverso il fiume Reik, la cui acqua si è incrostata per via dei malefici di Nurgle al punto da divenire solida, per investire il Cancello occidentale e puntare verso i quartieri del palazzo imperiale e del tempio di Sigmar, mentre altri due tronconi della sua armata attaccano il lato nord-occidentale delle mura.

Da nord, cavalieri e uomini delle tribù del nord guidati da Gutrot Spume in cima al suo trono di guerra fuoriescono dal Drakwald da una specie di galleria creata da tetri viti, puntando con decisione alla Porta settentrionale della città. Alle sue spalle si ode la cacofonia di orde innumerevoli di uominibestia, ancora accalcate all’interno di quel tunnel sinistro e pronte a riversarsi sulla città con l'odio, la perversione e la violenza della loro razza.

Da est si muovono all’assalto delle mura gli esseri più rivoltanti che si possa immaginare: nugoli di mosche accompagnano i demoni della schiera di Epidemius e dei Signori delle Larve (Maggoth Lords).
Tuttavia è già all’interno della città che Louen scorge il pericolo più imminente con legioni demoniache che si muovono nei quartieri meridionali. Dopo un’intensa preghiera alla loro dea, i cavalieri montano in arcione ai fieri destrieri e ai nobili pegasi delle montagne di Parravon. Louen consegna ai suoi luogotenenti i rispettivi ordini, dividendo l’armata in due tronconi, dei quali quello affidato a Jahrod di Aquitania risalirà le mura dal lato occidentale per attaccare sul fianco l’armata dei Glottkin, mentre l’altro dovrà investire le legioni di Epidemius e dei Maggoth Lord.

In sella al suo ippogrifo, Louen condurrà la carica al nemico insediato all’interno di Altdorf.

Levando al cielo invocazioni alla Dama, il fior fiore della cavalleria bretonniana si lancia in una carica che sembra non conoscere ostacoli. Quale carica gloriosa! L’impatto delle lance e dei destrieri lanciati in un galoppo sfrenato è devastante e le prime linee delle armate caotiche sui due fianchi della città vengono travolte.

I devoti di Nurgle, però, combattono sotto gli occhi del proprio dio ed hanno dalla loro parte il favore del numero. Un po’ alla volta l’impeto della carica si spegne, le lance si spezzano ed i cavalieri vengono inghiottiti in un combattimento corpo a corpo senza aver ancora vinto la resistenza del nemico.

Il favore della dama è con loro: la pioggia malefica evapora al contatto con le loro armature ed i nemici iniziano ad esitare.

Otto Glott non può tollerare che ciò accada. Le sue truppe sono già state messe duramente alla prova dalla resistenza di Carroburg e si rende conto che, se non dovesse essere fermata, l’offensiva dei cavalieri di Bretonnia potrebbe comportare il fallimento del suo assalto ad Altdorf. Pertanto, ordina al proprio fratello, Ghurk ,di condurre lui ed Ethrac in prima linea. Grazie al suo arrivo, agli incantesimi ed alla forza bruta dei fratelli, le tribù del nord iniziano ad invertire le sorti dello scontro.

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – Inizio 2527 (3a parte)
Altdorf, Geheimnisnacht – Il Conte Elettore (ep. 31)

Kurt Hellborg capisce di non avere molto tempo a disposizione per mettere in atto un piano che ha velocemente concepito per fronteggiare le forze di Gutrot Spume che muovono all’assalto della Porta settentrionale. L’intera forza degli ordini cavallereschi è schierata, pronta ad eseguire i suoi ordini per respingere il nemico che avanza verso la città dalla foresta del Drakwarld.

Prima di lanciarsi all’attacco, però, c’è ancora qualcosa che Kurt deve compiere. Accanto a lui torreggia una tetra figura fin troppo nota agli uomini dell’Impero. Vlad von Carstein non è giunto solo, contrariamente a quanto il Reiksmarshal si attendeva e la presenza di Mundvard di Marienburg e della sua congrega di vampire lo disturba profondamente.

Ciononostante, tra lo sorpresa e la disapprovazione dei cavalieri dei gloriosi ordini cavallereschi, il reggente, vincendo il proprio disgusto, sguaina la propria spada e dichiara ad alta voce Sylvania indipendente dallo Stirland, ne eleva lo statuto a Contea e nomina Vlad Conte Elettore dell’Impero. Poi reclama che egli adempia pienamente i doveri che derivano dal suo nuovo stato e che riconquisti la città, mentre le truppe imperiali si occuperanno della difesa delle mura.

Mentre Vlad e gli altri vampiri rievocano i morti disseminati per la città, più a sud Festus e Ku’gath muovono i demoni verso il tempio di Shallya, disturbati da questa oasi di purezza che continua a resistere incontaminata al giardino di Nurgle che ormai domina il resto della città. Festus ancora non se ne rende conto, ma i suoi sforzi sono stati premiati e la ricompensa dell’immortalità demoniaca è ormai ad un passo.

Fra loro ed il tempio si frappongono unicamente i feriti dell’ospedale. Coloro che sono in grado di maneggiare le armi e di tenersi in piedi, si sono rifiutati di restare inermi nelle corsie ed hanno costituito una sottile linea a difesa del tempio e delle sacerdotesse che lo abitano.

Prima però che le legioni demoniache possano attaccare, le loro linee vengono rafforzate da innumerevoli orde di zombie e scheletri. Vlad, però non intende affidarsi solo ai morti “recenti”, ma richiama a guidarli alcuni degli eroi di altri tempi, onorati dagli uomini dell’Impero e i cui resti sono custoditi all’interno di sepolcri protetti da incantesimi che hanno retto alla corruzione del Caos: lo spettro dell’Imperatore Wilhelm e gli eroi delle tribù degli Umberogeni rappresentano la punta di lancia delle schiere dei non-morti.

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – Inizio 2527 (4a parte)
Altdorf, Geheimnisnacht –Il destino degli eroi (ep. 32)

A nord della città, i cavalieri di Gutrot Spume e le prime linee degli uominibestia ad uscire dal tunnel del Drakwald si lanciano sulle file di archebugieri che li attendono schierati sotto le mura e spalleggiati dalla Reiksguard. Mentre i caotici avanzano staccando il grosso dell’esercito ancora in marcia all’interno del tunnel di rovi secondo quanto previsto da Kurt Hellborg, gli ordini cavallereschi si lanciano al galoppo. In un primo momento essi fingono di abbandonare la battaglia, evitando lo scontro con i caotici che muovono all’assalto delle mura; poi, una volta superate le prime linee, curvano verso l’uscita del tunnel, caricando i nemici con tutta la foga che hanno in corpo ed eseguendo alla perfezione gli ordini del Maresciallo. In questo modo, riescono a bloccare all’interno della galleria vegetale il grosso delle orde degli uominibestia, permettendo ai difensori di guadagnare tempo prezioso.

Nel frattempo, volando sopra la città, Leoncoeur e la sua scorta di cavalieri su pegaso vedono l’oasi di purezza che circonda il tempio di Shallya e le legioni demoniache che convergono su di esso. I Bretonniani si lanciano sulle mostruosità al momento stesso in cui le legioni non-morte guidate da Vlad attaccano la colonna demoniaca. Louen imbraccia la propria lancia benedetta dalla Dama del Lago e colpisce Ku’gath squarciandogli il petto. Il Grande Immondo, però, utilizzando la lancia come una leva, scaglia il Sire Bretonniano ed il suo ippogrifo contro la cupola del tempio, il cui vetro cede a seguito dell’impatto. Louen ed il suo fedele Beaquis scompaiono all’interno della struttura.

Festus non riesce a trattenere un applauso di ammirazione verso il demone. Mentre questi si lancia sulla sottile linea difensiva organizzata dai cittadini di Altdorf di fronte ai cancelli del tempio, l’attacco dei non-morti guidati da Vlad taglia in due la colonna demoniaca. Quando Ku’gath si accinge ad uccidere la Suprema Sacerdotessa di Shallya, Louen esce fuori dalle arcate del tempio impugnando la propria spada dalla lama scintillante. Dopo aver messo in salvo la sacerdotessa, il bretonniano si lancia sul demone infliggendogli un terribile colpo proprio dove la lancia aveva aperto la prima ferita, mettendo a nudo il cuore putrefatto del demone maggiore. Gridando per il dolore, questi afferra il cavaliere e lo lancia in alto, colpendolo poi con la propria spada. Non è sangue quello che fuoriesce dalle ferite del paladino, ma liquido dorato che brucia la pelle del demone.

Mentre Festus lancia sui cavalieri in sella ai pegasi che hanno accompagnato Leoncoeur ogni sorta di disgustosa malattia che ne falcidia le file, Vlad ed i suoi non-morti rispediscono intere schiere di demoni nel regno del caos, pur subendo pesanti perdite.

Louen continua lo scontro il demone maggiore, con la luce della propria lama amplificata da quella della cometa a due code che risplende sempre più forte e più vicina nel cielo sopra Altdorf e anche Beaquis si unisce al suo padrone per sconfiggere Ku’gath. Seppur ferito dal nobile animale e grazie all'intervento di Festus, il demone riesce a liberarsi dell’ippogrifo, ma con un prodigioso balzo, il paladino conficca la propria spada nella gola del demone e ne mantiene la presa, rimanendo sospeso sopra di esso. Il sangue dorato che fuoriesce ancora dalle sue ferite gocciola all’interno dello squarcio aperto dissolvendo la forma corporea del demone tra atroci dolori provocatigli da un fluido benedetto da una dea ancor più potente di Shallya. Il demone finalmente crolla sul piedistallo sul quale si erge la statua dell’imperatore Magnus il Pio, la cui statua si abbatte su di lui terminando la sua esistenza nel mondo dei mortali.

Sul piedistallo si erge ora, ferito ma fiero, il paladino che punta la sua spada contro Festus. Evitando le sanguisughe lanciategli contro, Louen rotola e si rialza giusto di fronte al suo nemico, infilzandolo con la propria spada. Imbevuto del potere del suo dio e quindi insensibile al dolore, Festus apre la fiala che aveva preparato e la riversa sul nobile cavaliere che arretra tenendosi il volto tra le mani tra grida di dolore. Festus approfitta della momentanea incapacità del suo avversario di combattere e gli taglia la gola con la lama del suo fetido coltello. Il sangue dorato che sgorga da Louen gli brucia le mani, ma egli è ancora una creatura del reame mondano e il fluido non determina gli stessi danni inflitti al demone maggiore. Quindi, continuando a colpire il nemico alla gola, tra lo sgomento dei difensori del tempio, Festus strappa la testa del bretonniano dal corpo e la mostra al cielo.

Sopra di lui i tuoni assomigliano ad una folle risata e l’energia magica del regno del caos lo imbeve completamente. Tutti i demoni non impegnati in combattimento con i non-morti si voltano verso il nuovo servo immortale di Nurgle e si genuflettono, cantandone il nome.

Vlad colpisce Festus a sorpresa sul fianco, scagliandolo lontano; prima che possa sferrare il colpo letale, però, il favorito di Nurgle pronuncia parole infuse di potere magico, dissolvendo in polvere il proprio avversario, la cui armatura scompare tra le tavole di legno di improvvisate barricate. Ovunque egli posi il suo sguardo, è sufficiente un semplice gesto della sua mano per disperdere le orde di non-morti che, a seguito della scomparsa del loro padrone, si sbriciolano velocemente.

Mentre la battaglia infuriava, le sacerdotesse di Shallya avevano utilizzato il tempo a disposizione per tracciare un cerchio benedetto dall’acqua della dea intorno al tempio, all’interno del quale gli uomini rimasti possono trovare rifugio essendo questo inaccessibile per demoni e non-morti.

Mentre Festus si appresta ad attaccare il cerchio magico sfruttando l'ultima porzione ancora incompleta, le barricate lignee esplodono, facendo emergere Vlad von Carstein, rigenerato dal potere del proprio anello. La spada in una mano ed un pezzo di legno nell’altra, il vampiro si scaglia contro il proprio nemico. Con la propria mano robusta Festus blocca il colpo del Conte elettore, ma non intercetta il secondo attacco che conficca il pezzo di legno nel suo petto. La scommessa di Vlad si dimostra corretta: alimentato dalle energie demoniache selvaggiamente vitali che pervadono il signore delle sanguisughe, il pezzo di legno si trasforma istantaneamente in un albero contorto e selvaggio che innalza nello spazio di pochi secondi il corpo impalato di Festus verso il cielo. Il petto trafitto viene espanso sempre di più fino ad esplodere in una nuvola di ectoplasma grigioverde. Un sospiro di frustrazione riecheggia nella piazza del tempio, mentre la strana nebbia viene risucchiata dalla tempesta sovrastante e trasportata nel regno del caos.

Grazie alla scomparsa di tutti gli araldi di Nurgle, al sacrificio degli eroi bretonniani e all’intervento dei non-morti del conte elettore, la perla di purezza incastonata nel cuore del quartiere più povero di Altdorf è salva e con essa l’anima stessa della città (fonte: Glottkin).

(continua)
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Inizio 2526 – Inizio 2527 (5a parte)
Altdorf, Geheimnisnacht – L’ascesa dei Glottkin (ep. 33)


All’esterno della città, la battaglia infuria. Sul fronte orientale, dopo aver distrutto i carri a vapore inviatigli contro, le forze di Epidemius giungono ad una posizione di stallo prima e di affievolimento dell’assalto poi, quando un colpo di cannone ben assestato rispedisce Epidemius nel reame del Caos. Senza l’apotecario di Nurgle, la forza stessa dei demoni risulta enormemente indebolita ed imperiali, bretonniani e non-morti iniziano lentamente a riguadagnare terreno. A nord, Gutrot Spume continua la sua lenta avanzata verso le mura. Nonostante il grosso dei suoi rinforzi resti tagliato fuori dallo scontro, la veemenza dell’attacco condotto dalle tribù del nord e dagli uominibestia vince la strenua resistenza della Reiksguard. Sebbene Gutrot sia costretto a scendere dall’altare di guerra, dopo che il capitano della Guardia, Hans Zintler ha abbattuto i servi mutanti che lo sostenevano, il condottiero del Caos ottiene la sua vendetta eliminando l’eroe nemico. È alla porta occidentale, però, che le forze di Nurgle ottengono i risultati più importanti, arrivando ad aprire una breccia nelle mura, attraverso la quale i Glottkin ed i loro seguaci entrano nella città, dirigendosi, quindi, verso i quartieri del palazzo imperiale.

Nel frattempo, nel cielo sopra Altdorf, due grifoni planano verso la stessa direzione. Curati dalla magia del patriarca supremo Gregor Martak, Karl Franz e Grinfiamorte sono di ritorno per difendere la capitale.

Per raggiungere il proprio obiettivo, i Glottkin devono farsi largo tra orde di spettri, zombie e scheletri richiamati in vita da Mundvard e dalla congrega delle vampire al suo seguito. Deciso a vendicare il sacco di Marienburg, che considerava il proprio dominio, il vampiro mette duramente alla prova i tre fratelli, ferendoli ripetutamente con attacchi magici e grazie all’incessante assalto dei suoi sudditi dell’oltretomba e di un Terrorgheist da lui evocato. Mundvard, però, nulla può contro un letale incantesimo lanciato da Ethrac, mentre Otto si disfa delle vampire e Ghurk dello Spirito del Terrore.

Finalmente la strada verso il palazzo imperiale è libera; i tre fratelli, con le energie di Nurgle che riverberano per l’intera città e avendo ormai ottenuto il favore del loro fetido dio, irradiano di potere demoniaco allo stato grezzo. Tuttavia, ignorano che ad attenderli si erge il più potente dei Conti Elettori… (fonte: Glottkin)

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – Inizio 2527 (6a parte)
Altdorf, Geheimnisnacht – Il cielo sopra la capitale (ep. 34)


Quando i Glottkin emergono di fronte al palazzo imperiale, Karl Franz lancia loro la sua sfida, la zanna runica [spada magica dei conti elettori, avendo l’imperatore consegnato Ghal Maraz a Valten - nda] nella sua mano risplendente di luce dorata, mentre nei cieli sovrastanti splende sempre più intensa la luce della cometa a due code.

Otto Glott ordina ai cavalieri al suo seguito di attaccare l’Imperatore, ma prima che questi riescano nel loro intento, Grinfiamorte semina lo scompiglio tra le loro fila. Mentre Ghurk porta i suoi fratelli più vicino al nemico, Otto viene duramente colpito al volto e ciò che resta del suo elmo, spaccato in due, cade giù a terra. Dal vicino tetto dell’armeria imperiale, avvolto da una nuvola di pipistrelli, Vlad lancia la sua sfida che Otto decide di accettare.

Il duello sembra impari, perché il generale caotico è troppo lento e goffo per il Conte elettore che, dopo aver parato facilmente diversi colpi del suo avversario, danneggiato la falce e avergli bloccato un braccio dietro la schiena, lo trafigge al cuore con la propria spada. La lama magica assorbe l’energia vitale di Otto, ma, contrariamente a quanto Vlad immagina, non lo uccide. Piuttosto, il vampiro lascia la presa, si porta le mani al collo e crolla sulle ginocchia, debilitato da qualche strana malattia e dalla corruzione insita nel sangue del campione di Nurgle. Questi si prepara a decapitarlo, ma, quando la falce si abbassa, Vlad si è dissolto in un nugolo di pipistrelli.

I tre fratelli, a questo punto, ingaggiano il duello con l’imperatore, il sommo patriarca ed i due grifoni. Ethrac vince il suo scontro magico contro Gregor Martak ed il suo mostro bicefalo. Il mago, rendendosi conto di essere eccessivamente indebolito, si nasconde all’interno del palazzo imperiale. Intanto Ghurk, sebbene accecato da Grinfiamorte, riesce a prendere il sopravvento, afferrandolo prima e scagliandolo poi, unitamente al suo cavaliere, contro la fontana al centro della piazza. Otto ferisce gravemente Karl Franz amputandogli il braccio destro.

All’interno del palazzo imperiale gli uominibestia guidati dallo sciamano noto come il Messaggero si lanciano alla caccia del supremo patriarca. Fuggendo nei corridoi sotterranei dell’edificio, Martak trova rifugio nel serraglio imperiale. Quando gli uominibestia lo raggiungono, credendo di aver finalmente intrappolato la propria preda, vengono inceneriti dal soffio infuocato del drago imperiale nascosto in una grotta laterale.

Nella piazza antistante il palazzo, Karl Franz raccoglie dalla mano amputata la propria spada e si prepara a subire l’attacco letale del suo avversario, quando al galoppo giunge il suo fedele amico, Kurt Hellborg, in suo soccorso. Mentre Ghurk continua ad infierire contro Grinfiamorte, i due amici si lanciano contro Otto. L’Imperatore è troppo lento, ma il Reiksmarshal è sufficientemente rapido da bloccare la traiettoria della falce e farla volare via dalla presa del campione di Nurgle. Karl Franz affonda la propria Zanna Runica, mancando di un’inezia il cuore dell’avversario. Seppur affilitto dal dolore della ferita, Otto afferra la zanna runica e la strappa di mano a Karl Franz; estraendo la propria spada arrugginita, cerca di colpirlo alla gola e ci riuscirebbe se Hellborg non si parasse ancora una volta sulla traiettoria del colpo, bloccando la lama con la propria mano. Il più grande dei Glott recide tre dita e poi conficca la lama nella cavità orbitale del cranio del Maresciallo di Stato, uccidendolo.

Otto pressa l’imperatore ormai disarmato e mutilato. Mentre leva la zanna runica al cielo per assestare il colpo di grazia, la realtà sembra cristallizzarsi per un momento. Lampi illuminano la scena accompagnando la risata del campione del caos, mentre i tuoni assomigliano sempre più ad applausi scroscianti. Con un urlo di trionfo, Otto assesta il colpo di grazia al suo avversario, recidendogli il braccio sinistro, levato in alto ad inutile protezione, ed affondando la lama nel corpo della sua vittima. Con l’ultimo respiro in gola Karl Franz invoca il nome del proprio dio guerriero.

Ed il mondo venne cambiato. Per sempre.

Sopra i Glottkin, le nubi si aprono, rivelando gli spazi celesti. Una cometa a due code fuoriesce da quello squarcio nel cielo, colpendo il corpo di Karl Franz e scaraventando lontano i tre fratelli per la forza dell’impatto.

La luce che fuoriesce dalla cometa consuma nel fuoco il giardino di Nurgle e dissipa il tornado bianco al centro della città. Al centro del cratere qualcosa prende forma – una figura, alta e dorata.
Dalle fiamme, indenne ed integro, esce Karl Franz, brandendo un martello scintillante di pura luce dorata. La sua carica sui tre fratelli Glott è devastante: Otto e Ghurk vengono rapidamente messi fuori combattimento. Prima che la vendetta dell’imperatore possa completarsi, però, Ethrac riesce a lanciare un incantesimo che trasporta lui ed i suoi fratelli al riparo nel regno del Caos.

Le nubi si dissipano rapidamente, lasciando spazio a un’alba invernale fredda ma pura.

Nel reame dei sogni, Shallya ed Ulric, grazie all’intervento decisivo della Dama [che ormai sappiamo essere Lileath, nda], riescono ad allontanare il male che ha portato Taal sull’orlo della morte.

Similmente, nel reame dei mortali ogni traccia della tempesta abbandona rapidamente i cieli di Altdorf, mentre ciò che resta delle legioni demoniache ritorna nel reame del Caos. Prima lentamente, poi con sempre più decisione, i difensori del Vecchio Mondo mettono in fuga le armate di Nurgle ed i suoi luogotenenti, Gutrot Spume, Orghotts Deamonspew ed i signori delle larve.
Un fuoco magico attraversa l’Impero degli uomini, cancellando i flagelli di Nurgle sulla natura e sui mortali; contemporaneamente, nel reame del Caos, il dio della corruzione è in preda all’ira. Nell’attico del suo palazzo, tuttavia, tre nuove anfore tintinnano nella polvere, mentre dal loro interno si leva un debole ronzio. Due hanno la grandezza di un uomo; la terza potrebbe contenere un macigno grande quanto una casa.

Nel palazzo imperiale, Karl Franz siede nuovamente sul suo trono, pervaso da energie magiche allo stato puro che ne rendono l’anima e il corpo immensamente più potenti che nella sua incarnazione precedente.

Non vi è spazio per alcuna gioia, tuttavia. Il costo in vite umane della vittoria è stato spaventoso, falcidiando circa la metà della popolazione dell’Impero e reclamando la vita del fior fiore della cavalleria bretonniana.

Ancor peggio, messaggeri del Norldand portano notizie funeste. Le vedette riferiscono che una flotta di proporzioni mai viste in precedenza sta solcando il Mar dell’Artiglio. Ogni nave porta sulle sue vele il simbolo del Re dai Tre Occhi: Archaon è passato all'attacco (fonte: Glottkin).

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 - Inizio 2527 (Intermezzo) (ep. 35)
Desolazioni del Caos, inizio del 2526 [A nord, oltre la Barriera... oooops :oops: scusate, ma sono ancora in fibrillazione per l'8° episodio della stagione attuale di GoT]

Sotto il freddo cielo del nord, mentre le sue legioni continuano ad imbarcarsi alla volta del Vecchio Mondo, Archaon riceve la visita dell’araldo di Tzeench, Kairos Tessifato, il demone bicefalo.
“Il potere fecondo di Nurgle si è esaurito, come avevamo previsto che sarebbe accaduto, sconfitto alla fine dagli atti dei mortali”.
“I tre fratelli hanno conseguito tutto quello che desideravo” replica il Signore della fine dei Tempi, “e molto di più. L’Impero delle menzogne è indebolito fino al punto del collasso e che i Glottkin siano stati banditi da questo mondo per mano dell’Imperatore del sud non conta più nulla. Spetta a me soltanto sferrare il colpo finale.”
“Sei convinto che sia proprio così, burattinaio?” Interviene la seconda testa del demone. “Eppure il percorso che ti aspetta è ancora… tortuoso”.
“La strada è ormai segnata, Tessifato. Le mie legioni sono in movimento. Persino tu avresti difficoltà a contarle”.
I cieli ruotano per un istante, mentre le due teste si guardano vicendevolmente in un momento di silente intesa.
Archaon continua: “Uniti, uomini, elfi e nani avrebbero avuto una possibilità. Sono divisi e, quindi, non hanno scampo alcuno.”
“Eppure gli elfi non sono rimasti affatto inoperosi”, interviene la prima testa del demone. “Hanno ancora una volta evocato i Grandi Eterei, derubando persino il Sommo Tzeench”.
“Disperazione, null’altro.” Ribatte Archaon. “Hanno giocato la loro mano ed hanno fallito. L’Impero cadrà ed il resto del mondo lo seguirà. Nulla potrà impedirlo questa volta”.
“La terra sarà messa a ferro e fuoco”, conviene la seconda testa. “Divinità moriranno. Tutto questo lo abbiamo previsto, o Prescelto”.
“Ci vorrà ben altro che i principi mortali dei reami del sud per impedirmi di compiere il mio destino”, conclude Archaon.
Mentre Tessifato si dissolve lentamente, nel glaciale vento del nord riecheggiano le sue ultime parole: “Non è un mortale colui che devi temere…”

(fonte: ultima pagina di Warhammer: Glottkin).
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – Inizio 2527 (7a parte)
Lustria – Riprende l’offensiva (ep. 36)

Dopo mesi di penosa avanzata nella giungla di lustria, gli eserciti del Clan Pestilens sono finalmente alle porte dell’ultima città degli uominilucertola che non abbia ancora sperimentato la corruzione portata dagli uomini ratto: Hexoatl. L’avanzata non è stata delle più agevoli, perché il sacerdote di Sotek, Tehenhauin, ha teso imboscate lungo tutto la loro avanzata, costringendoli a pagare un costo elevatissimo per ogni passo in direzione della loro meta.
Pur avendo finalmente sconfitto l’esercito nemico, costringendolo a ripiegare verso la città, gli skaven devono ora fronteggiare i campioni più formidabili del nemico. Lord Mazdamundi, scampato ad un attacco di alcuni dei migliori assassini del clan Eshin grazie alla sorveglianza di Oxyotl, per l’occasione richiama in città attraverso un portale magico il formidabile Kroq-Gar e le sue legioni di stanza a Xahoutec, dove il reame del Chaos ha trovato un canale per accedere a quello dei mortali ed il generale sauro ha combattuto innumerevoli battaglie per respingere le legioni demoniache.
Prima che la battaglia inizi veramente, Lord Mazdamundi, infastidito da settimane dall’impossibilità di contemplare la rete geomantica degli antichi ed afferrare l’esatta portata degli eventi che si stanno preparando, con un semplice movimento della mano smuove la terra e ricopre migliaia di uomini ratto ed i loro calderoni riempiti di vapori nefasti. Grazie alla scomparsa dei gas venefici, la mente di Mazdamundi si schiarisce per un istante ed egli riesce finalmente a contemplare le stelle…
Si ferma, improvvisamente, spalancando gli occhi per la consapevolezza, finalmente raggiunta, della vera natura del piano degli skaven. Quei folli sono in procinto di scatenare forze che non saranno in grado di controllare.
Il grande slann percepisce che sono numerose le forze in azione e gli skaven non sono altro che carne da macello utilizzata dal loro nemico di sempre: il Chaos. Eppure, le forze oscure hanno commesso un errore, sottostimando il danno che gli uomini-ratto sono in grado di recare. Quello che essi sono in procinto di compiere significa la distruzione di tutto!
Per impedire che ciò accada, Mazdamundi sente di aver bisogno di molto più potere di quanto ne possa trovare a Hexoatl. Deve piuttosto attingere alle riserve di energia della rete geomantica e, per fare questo, deve entrare nel tempio della prima città: Itza.
Aprendo un nuovo portale, il Sommo Slan, seguito da Kroq-Gar e metà dell’esercito, abbandona Hexoatl.

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – Inizio 2527 (8a parte)
Lustria – Quando si dice: avere la luna “storta”… (ep. 37)

Tanquol e Verminking entrano a Xahoutec, ormai abbandonata dagli uomini lucertola e si trovano di fronte al massacro degli skaven che avevano mandato avanti ad occupare la città perpetrato dalle legioni demoniache. Verminking scruta lo squarcio che collega il reame del Chaos con quello dei mortali e scorge la realtà: legioni a perdita d’occhio marciano per assoggettare il mondo. E si rende conto che il momento degli skaven ancora non è venuto.

Lontano da lì, ad Itza, Mazdamundi infonde telepaticamente a Kroq-Gar la visione di ciò che si sta per compiere e gli ordina di aprirgli un varco verso il grande tempio il più rapidamente possibile, nonostante le innumerevoli coorti di skaven che occupano la città.

Mentre il condottiero saurus cerca di portare a buon termine la missione affidatagli, nella città di Skarogna, lo stregone ingegnere Zingetail del Clan Skyre supervisiona gli ultimi dettagli del piano più diabolico che gli uomini-ratto abbiano mai concepito.

Il macchinario predisposto supera per maestosità qualsiasi dispositivo infernale mai realizzato. Immensi condensatori warp tremano a causa dell’energia magica accumulata. Enormi cavi, tubi e conduttori convogliano sotto terra questa energia per alimentare le forge al warp, dove, l’energia grezza viene mescolata con mutapietra e la polvere da sparo saccheggiata a Nuln da Tanquol. Al segnale convenuto, alimentato ulteriormente dai rituali di una congrega di veggenti grigi, l’enorme canna del motore Morskittar inizia a tremare e a brillare.

Mentre Kroq-Gar si spinge sempre più in profondità attraverso le linee del nemico, rendendo sempre più vulnerabili i fianchi del proprio esercito, Lord Skrolk in persona, il capo del Clan Pestilens, decide di entrare nella mischia. Oltre il velo della realtà, qualcun altro osserva lo svolgersi della battaglia, attendendo il momento opportuno per materializzarsi.

A Skarogna il momento è arrivato. Il marchingegno è carico quanto necessario e la sua canna, rivolta verso i cieli, emette un impulso. Poi un altro. Le scariche si trasformano in un fascio di luce continua di colore nero-verdastro che attraversa il cielo, rimanendo visibile a tutti i viventi dell’emisfero. Tutti rivolgono lo sguardo a quel raggio di luce con crescente timore.
Quella colonna di luce malevola si spinge sempre più in alto fino ad oltrepassare i limiti del mondo.

Nella piazza di Itza, Kroq-Gar intravede con la coda dell’occhio il leader nemico in sella ad un essere disgustoso venirgli incontro ed il suo carnosauro emette un ruggito di sfida che riecheggia a lungo tra i templi-piramidi. Mazdamundi si rende conto che qualche cosa di terribile si è verificato e, rompendo ogni indugio e abbandonando ogni prudenza, entra in trance per elevarsi al di sopra della battaglia e cercare di comprendere la portata degli avvenimenti che si stanno svolgendo sopra le loro teste. Il suo spirito, quindi, si avvicina al raggio di luce e lo segue fino alla luna maledetta di Morrslieb. Con sgomento crescente, il signore slann contempla la superficie surriscaldata dell’astro che inizia a sollevarsi e a fissurarsi. Poi, all’improvviso, esplode, lasciando fuoriuscire ondate di energia entropica che frantumano la crosta della luna. Enormi frammenti dalle dimensioni di continenti interi si staccano dal corpo celeste ed iniziano la loro discesa verso la terra. Il cuore nero di Morrslieb è ora esposto e pulsante, irradiando corruzione e lanciando ondate di energia maligna. Di fronte al potere grezzo del Chaos, neanche la mente di Mazdamundi resiste ed egli perde conoscenza.

Al risveglio, il sommo slann si scopre ferito, con rivoli di sangue che sgorgano dalle sue narici e dai timpani. Il suo enorme stegadonte è accerchiato da ogni lato, mentre orde di skaven abbattono le ultime guardie del tempio che cercano di difenderlo.

Per la prima volta, il più antico dei sacerdoti-maghi degli uominilucertola si rende conto di avere a disposizione un tempo limitatissimo per sventare una tragedia immane. Decide allora di arrischiarsi ad entrare nella zona d’ombra, il confine tra i mondi reali, per muoversi indisturbato fino alla porta del tempio. All’interno di essa, si sente osservato da un essere malevolo la cui risata di scherno lo insegue anche al suo ritorno nella realtà. La mente dello slann risolve in brevi secondi i complessi enigmi e meccanismi posti a protezione del tempio e riesce ad accedervi.

Nella piazza la battaglia infuria con nessuna delle due parti disposta a cedere. Lo scontro è particolarmente furioso intorno alle “piscine della generazione”, dalle quali verranno al mondo le nuove generazioni degli uomini-lucertola. Gli skaven intendono contaminarle ed i sauri preservarle. Il mastodontico scontro tra Kroq-Gar e Lord Skrolk si conclude quando il sauro trafigge con la propria lancia magica il capo clan skaven. Il Verminlord, Vermalanx il Corrotto, abbandona la sicurezza della zona d’ombra oltre il velo della realtà per correre in soccorso del suo favorito, estrarre la lama dal suo corpo e suppurare la ferita con cellule tumorali e corrotte e poi scomparire in una nuvola di fumo nero. Le protezioni magiche degli antichi impediscono che Kroq-Gar soccomba ai liquami e fumi malsani lasciati dal Verminlord ed il generale saurus può, ancora una volta, rispondere ad un comando telepatico di Mazdamundi che gli chiede di dirigersi all’Obelisco delle Stelle d’Argento entro un’ora.

Mentre attraversa i corridoi del grande tempio, il sommo slann invia messaggi telepatici agli altri slann e sacerdoti scinchi che li assistono. L’ordine è chiaro ed inaudito. L’Esodo deve iniziare immediatamente! Ovunque in Lustria gli uomini lucertola si trovino, iniziano preparativi frenetici, per chiamare i sopravvissuti all’interno dei templi. Una volta eseguiti i riti e le operazioni previste, il suolo inizia a tremare ed i templi si sollevano lentamente da terra, rivelando le loro reali dimensioni – dal momento che la parte più grande era, da sempre, rimasta nascosta. Le immense strutture fluttuano per un momento nell’aria e poi, con un ruggito assordante e muovendosi più rapidamente di quanto nessuno potesse immaginare, volano verso le spesse nubi e abbandonano questo mondo, tornando verso le stelle.

Quando Lord Mazdamundi raggiunge la sala principale del tempio, resta stupito nel non vedere i resti del suo maestro, il venerabile Lord Kroak all'interno di essa. Senza perdere ulteriore tempo ad indagare su questo mistero, attinge alle energie della rete geomantica ed attraverso queste inizia a bombardare i frammenti di luna che cadono dal cielo per ridurli in innocuo pulviscolo.
Le razze dei mortali ignorano ed ignoreranno per sempre l’eroico combattimento del sommo sacerdote e di alcuni slann prescelti per restare sulla terra onde prestargli i propri poteri mentali per proseguire il combattimento. Lo sforzo si rivela però insopportabile ed, uno ad uno, i figli degli antichi collassano al suolo privi di vita, finché Mazdamundi è costretto a continuare il combattimento da solo. Il sangue scorre ormai liberamente dalla sua bocca e dai suoi occhi, mentre nuovi meteoriti continuano ad avvicinarsi alla superficie terrestre. Improvvisamente crolla al suolo, privo di forze. Ha distrutto la maggior parte della luna maledetta o ne ha dirottato la traiettoria, ma i frammenti che restano sono più che sufficienti per distruggere il pianeta. Si trascina allora verso la terrazza, per respirare l’aria fresca prima della fine.

Sul pinnacolo del tempio, Lord Kroak, avverte il suo discepolo esalare l’ultimo respiro, poi si volta a contemplare la fine. E fine sarebbe stata se non fosse stato per la reliquia mummificata del più potente prete-mago ad aver mai solcato la terra. Lentamente, oltre ogni immaginazione e possibilità, Kroak solleva la mano mummificata, emettendo una singola parola. In tal modo controlla il potere cosmico e le energie delle stelle. Non può fermare la distruzione, ma può contenerla, creando delle cupole di energia che proteggono il mondo dal cataclisma. Compiuto quest’ultimo atto, Kroak viene consumato nella conflagrazione che distrugge ciò che resta del continente di Lustria (fonte: Tanquol).

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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Inizio 2526 – Inizio 2527 (9a parte)
Altdorf – “Una sortita, facciamo una sortita!” (ep. 38)

Sono passate alcune settimane dalla sconfitta dei Glottkin, quando, tra le bande di profughi che vengono accolti in città sopraggiunge anche Valten ed il suo esercito di Sigmar che, si è faticosamente aperto la strada verso il sud tra orde di uominibestia e di guerrieri norsmanni dopo la sconfitta al Bastione Aurico. Poco dopo il suo arrivo in città, un nuovo pericolo si manifesta. Intorno alle mura sono comparsi, a centinaia di migliaia, uomini-ratto a stringerla d’assedio. Ogni tentativo di prendere d’assalto le mura si è rivelato un terribile insuccesso per gli skaven, i cui comandanti hanno progressivamente iniziato a rinfacciarsi manchevolezze e tradimenti, secondo la migliore natura dei figli del Ratto Cornuto. L’imperatore, dal suo ritorno nella capitale e dal suo confronto con i Glottkin, risplende di forza e potere e, solo a contemplarlo infonde coraggio e speranza nei suoi seguaci, fino ad indurre Valten a vedere in lui una vera e propria reincarnazione del loro dio.
Nonostante l’apparente stallo, la situazione degli assediati diventa vieppiù difficile ed il consiglio imperiale inizia a vedere come ineluttabile l’abbandono della città, per portare civili e soldati in salvo ad Averheim. Valten propone di condurre, assieme a Gregor Martak, un’azione diversiva verso nord, all’apice della quale, l’imperatore ed i suoi uomini faranno seguire un attacco sul lato sud-est, per aprire la strada verso l’Averland. Karl Franz accetta a malincuore e solo dietro promessa che l’eletto di Sigmar ed il sommo patriarca riuniscano appena possibile le proprie forze alle sue.

La sortita dell’esercito di Sigmar va oltre le più rosee aspettative, anche grazie al caos che regna nelle file del nemico. La sorpresa dell’attacco getta gli uomini-ratto nel panico completo e, a quel punto, l’azione condotta dall’imperatore completa il lavoro e la strada per Averheim è finalmente aperta.

Sul fronte a nord, la facilità con cui Valten e Martak hanno spezzato le linee nemiche si rivela, però, controproducente. Il nemico serra nuovamente i ranghi e, grazie alla mera forza del numero continua a spingere l’esercito di Sigmar sempre più verso nord. Allontanato il pericolo skaven, i due comandanti si trovano confrontati con orde di uominibestia che infestano il Drakwald. Di fatto, ogni tentativo di piegare la marcia verso sud risulta in un ulteriore spostamento verso nord.

È quindi con sollievo che i due apprendono la notizia secondo la quale anche Middenheim, la città natale di Martak, continua a resistere al nemico. Decidono, quindi, di condurre i propri uomini al riparo delle mura che cingono l’Ulricsberg.

Giunti in vista della città, la trovano assediata dagli skaven, ma senza perdersi d’animo cercano di aprirsi una via fino alle mura. Anche a Middenheim i continui insuccessi ed il pesante pedaggio in vite ha portato gli skaven sull’orlo della rotta; quindi, l’inatteso assalto alle loro spalle li getta rapidamente nel panico. Man mano, però, che gli uomini avanzano attraverso le loro linee, le cose-ratto riprendono coraggio e mettono sotto pressione crescente il loro nemico. Avrebbero sicuramente la meglio se le porte della città non si aprissero e, accompagnati dai possenti corni di Ulric, i cavalieri del lupo bianco comandati dal Conte Boris Todbringer non si gettassero su di loro. Valten ed il Conte possono quindi stringersi la mano al centro del campo di battaglia e rientrare insieme ad i loro eserciti al riparo delle mura. Sebbene all’inizio gli abitanti di Middenheim guardino con sospetto i Sigmariti, ben presto l’antica diffidenza lascia il posto ad una nuova speranza di riuscire a vincere la marea nemica grazie al supporto dei nuovi arrivati.

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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Uno sguardo ai protagonisti di oggi...
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

Post by Baldovino I »

Inizio 2526 – Inizio 2527 (10a parte)
Middenheim – La follia del Conte (ep. 39)


Archaon riceve la visita di Tanquol e Verminking che propongono di servire il Signore della Fine dei Tempi come alleati nel nome delle divinità del Chaos. Nonostante un’iniziale diffidenza, il Lord delle armate degli dei oscuri accetta la sottomissione ed i servigi dei figli del ratto cornuto. Consapevole di aver salvato la propria razza e spinto da Verminking, Tanquol porta la notizia al Consiglio dei Tredici con la malcelata speranza di poter finalmente occupare il posto rimasto da lungo tempo vacante.

L’arrivo di Valten a Middenheim porta nuova speranza tra i difensori. Ben presto, però, Boris Todbringer inizia a riprendere i suoi discorsi, sempre più farneticanti, circa la vera causa di tutti i mali che si sono abbattuti sull’Impero, l’odiato Khazrak-il-guercio. Nonostante i tentativi di Valten e Martak di dissuaderlo dal suo intento, Boris nomina Valten castellano di Middenheim ed il mattino successivo si mette sulle tracce del suo odiato nemico, scortato dai più valorosi cavalieri dell’ordine del Lupo Bianco ed una banda di cacciatori. Memori della recente esperienza, gli skaven che assediano Middenheim… si scansano… e lasciano passare il nemico.

Il Conte guida i suoi uomini per giorni, alla ricerca di segni che gli mostrino la via, sempre più in profondità nel Drakwald. Poi, finalmente, avvista una banda di Ungor in una radura. Dimentico di qualsiasi prudenza e preparazione tattica, il Conte si lancia al loro inseguimento, costringendo i suoi uomini a seguirlo. Quando, finalmente, Todbringer si rende conto della sua follia, è troppo tardi. Da ogni lato risuonano i corni delle bestie ed i cavalieri vendono accerchiati dalle orde del nemico.

Animato dalla rabbia e dalla consapevolezza di aver condannato i propri uomini a morte certa, il conte si batte come un leone e la sua zanna runica miete una vittima dopo l’altra. Sopraffatti dal numero del nemico, però, i cavalieri dell’Impero soccombono progressivamente, finché un nuovo suono di corno annuncia l’arrivo sul campo di battaglia della nemesi del Conte. I due iniziano il loro combattimento all’interno di un cerchio creato dagli uominibestia, mentre gli ultimi seguaci di Boris vengono uccisi.

La rabbia che anima Todbringer è un potente alleato e Khazrak viene prima gettato in terra e poi trafitto a morte. Pochi secondi prima che il branco gli si getti addosso e lo smembri, il Conte sputa sul muso del cadavere del suo odiato nemico.

Così si spegne il Conte Elettore di Middenheim, da un lato compiendo il proprio destino e soddisfacendo un’ossessione che lo aveva perseguitato per gran parte della propria vita; dall’altro, lasciando dietro di sé la terra arrossata del sangue dei suoi propri uomini ed una città indebolita che presto avrebbe dovuto fronteggiare la furia del Signore della fine dei tempi…

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

Post by Baldovino I »

Cosa ci aspetta nel prossimo episodio delle Cronache?
Beh, in un altro argomento stiamo parlando di miniature particolarmente rappresentative dello spirito di Warhammer.
Il prossimo episodio rimanda direttamente a qualcosa che ho profondamente amato anni fa... e credo che abbia anche diversi estimatori su questo forum...
Qualche immagine per dipanare l'enigma...
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

Post by Baldovino I »

Inizio 2526 – Inizio 2527 (11a parte)
Middenheim – La forza della disperazione (ep. 40)


Scherzo del destino o pura coincidenza, il giorno stesso del trapasso del Conte di Middenheim, Archaon e la sua armata che conta oltra un milione di spade giungono sotto le mura della città.
Per ore gli abitanti di Middenheim avevano potuto udire il battito di tamburi che annunciavano l’arrivo di un nuovo nemico ed avevano visto gli skaven rompere rapidamente l’assedio, alcuni nascondendosi nei tunnel alla base del Fauschlag (secondo la leggenda, la città venne fondata dal dio Ulric in persona per renderla il centro del suo culto nel vecchio mondo. Originariamente, il monte roccioso su cui sorge la città era la base di una montagna consacrata al fratello di Ulric, il dio Taal. Taal regalò la montagna ad Ulric che ne colpì la cima con il suo pugno, creando così un altopiano lungo circa un miglio sul quale sarebbe sorta la città. Per questa ragione la roccia si chiama il Fauschlag, vale a dire pugno. Fonte: whfb lexicanum) ed altri disperdendosi verso il Drakwald.

Alla vista di quell’armata di dimensioni mai viste in precedenza, persino i più intrepidi tra i preti di Ulric vengono presi da sgomento e comprendono che non si tratti più di combattere per la gloria, ma per la mera sopravvivenza. Il panico si diffonde rapidamente nelle strade di Middenheim e solo un accorato discorso di Valten, pronunciato dalla scalinata del Tempio di Ulric, riesce a riportare un po’ di calma e determinazione. L’araldo di Sigmar ricorda ai MIddenheimers che la loro città è risultata finora imprendibile per qualsivoglia nemico e che finché la fiamma del dio lupo arderà all’interno del tempio, la forza di Ulric proteggerà la città. Poi rafforza la sorveglianza dei tunnel che corrono sotto il Fauschlag e dei bastioni che proteggono la capitale del Nordland.

Nel frattempo un rappresentante del Clan Skryre, il Gran Signore della guerra Skrazslik, si presenta ad Archaon per offrirgli i propri servigi in ossequio alle direttive ricevute dal Consiglio dei Tredici. Dallo skaven il Signore della Fine dei Tempi apprende della presenza di Valten in città e gli ordina di ammassare le truppe nei tunnel sotto Middenheim perché gli uomini-ratto avrebbero avuto un ruolo importante nel piano che avrebbe portato ad una rapida conquista della città.

Tra questi due schieramenti, passando come un’ombra lungo tunnel dimenticati da lungo tempo, un ladro entra nelle profondità del Fauschlag. Percorre strade segrete ai mortali che lo avvicinano alla sua meta, così come gli hanno permesso di sfuggire a morte certa come ritenuto da tutti coloro che appartengono alla sua razza. Eppure, ogni passo che lo avvicina al suo premio non lo riempie né di orgoglio né di senso di trionfo o soddisfazione. Tutt’altro. Col cuore carico di dolore si accinge a porre in atto il suo piano, consapevole che le sue azioni potrebbero costare le vite di migliaia di persone. È quindi con profonda tristezza che Teclis entra nel cuore pulsante del Fauschlag nel quale arde la vera fiamma di Ulric, di cui il braciere esposto nel tempio non è altro che un’immagine riflessa. Il dio comprende gli intenti del mago e gli rinfaccia le vittime innocenti che le sue azioni provocheranno. Teclis spiega che il mondo non ha più bisogno di una vecchia divinità egoista, ma di un nuovo eroe che possa tentare di sconfiggere gli dei del Chaos. Ulric tenta una disperata difesa, scagliandogli contro i difensori del suo santuario: lupi assassini composti di ghiaccio. Tutto è inutile. Teclis non ha neanche bisogno di usare la sua magia, perché i custodi di ghiaccio vanno in mille pezzi quando il bastone magico dell’elfo raccoglie in sé la fiamma del dio. La voce di Ulric riecheggia inutilmente nella caverna, rinfacciando al mago il suo ennesimo tradimento. Teclis abbandona la Caverna del Fuoco d’Inverno con il cuore ancora più pesante.

Sopra il monte, il panico si diffonde in maniera incontrollata quando il riverbero della vera fiamma si spegne nel Tempio dedicato al dio lupo. Simultaneamente, tutti coloro sensibili alla natura della magia avvertono un’assenza improvvisa, mentre nel campo nemico, Kairos Tessifato percepisce che il trionfo è vicino e, aprendo un portale tra i mondi, chiama a Middenheim le legioni demoniache del dio Tzeench.

Mentre nella città si diffonde un’ondata di panico, anche le truppe nei tunnel avvertono una sensazione di disfatta, proprio nel momento in cui gli skaven lanciano il proprio assalto. Tuttavia, le prime ondate vengono respinte con facilità e le truppe imperiali cominciano a ritrovare un po’ di fiducia. Gli uomini-ratto hanno, però, mandato all’assalto unicamente le truppe sacrificabili, creando un diversivo al fine di distogliere l’attenzione delle truppe nemiche dagli obiettivi principali. Commando di assassini del Clan Eshin, accompagnati da bande di ratti notturni attaccano le gallerie sottostanti le quattro porte della città. Gli assalitori, disfattisi rapidamente delle guardie piazzano ordigni esplosivi contenti gas venefici, simili a quelli utilizzati per prendere Karak Kandrin, solo meno potenti. Nonostante la “rinomata” affidabilità dei dispositivi skaven, le due bombe piazzate presso la porta settentrionale e quella di Levante funzionano, consentendo agli incursori di aprire la strada alle forze ammassate all’esterno.

Nonostante gli interventi ripetuti di Valten presso la porta a nord, i difensori, pressati dalle forze di Malagor, l’oscuro presagio, sono costretti a ripiegare. Ad est, invece, dove attaccano le legioni di Tzeench guidate da Kaitos Tessifato, Gregor Martak compie un errore tattico determinante; pensando di aver respinto la minaccia skaven nei tunnel, sguarnisce le gallerie per rinforzare le linee in superficie. Quando gli uomini-ratto mandano avanti la loro élite, le difese imperiali cedono e le truppe ammassate nelle strade si ritrovano fra due fuochi. Quando il fato di quegli uomini sembra ormai segnato, il dio Ulric riconosce in Martak un degno strumento della sua vendetta ed infonde in lui la sua ultima scintilla di potere. Trasformato, il mago riesce ad arrestare gli assalitori provocandogli ingenti perdite e può consentire in questo modo ai suoi uomini di ripiegare verso il centro della città ed il Tempio del dio lupo per l’ultima resistenza. Di lì a poco anche le altre due porte vengono aperte e l’esercito di Archaon entra in città da ogni lato (fonte: Tanquol).

(continua)
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

Post by Baldovino I »

Inizio 2526 – Inizio 2527 (12a parte)
Middenheim – L’ultima resistenza (ep. 41)


Un parte consistente dell’esercito di Middenheim e le compagnie imperiali delle altre città che hanno trovato salvezza nella città del dio lupo riescono a raggiungere il centro della città ed il tempio di Ulric per l’ultima resistenza. Utilizzando la conformazione della piazza e le strutture del tempio, Valten riesce a schierare le truppe in modo da proteggere fianchi e retro. Nonostante ciò, una parte delle truppe deve essere rischierata a presidio delle uscite delle gallerie che corrono sotto il tempio, attraverso le quali bande di skaven cercano di sorprende gli imperiali alle spalle.
Il lato meridionale della piazza si riempie progressivamente delle miriadi che seguono Archaon, mentre il cielo si oscura e la paura prende il sopravvento nel cuore degli uomini. Le parole dell’Araldo di Sigmar restituiscono il coraggio necessario ai figli dell’Impero.

Il primo assalto viene condotto da Malagor e dai suoi uomini bestia, mentre le forze di Archaon restano impassibili in attesa del loro signore. L’artiglieria e le balestre dell’esercito di Middenheim decimano sensibilmente i figli minori del Chaos prima che questi possano entrare in contatto con il nemico e solo l’intervento di Malagor e la sua oscura magia provocano sufficiente confusione negli uomini da consentire a quello che resta dei suoi di entrare in contatto con il nemico. Mentre Malagor si accinge ad un ulteriore attacco, si ritrova trafitto dalla lancia magica scagliatagli all’improvviso da Martak-Ulric. Ciò che resta degli uominibestia viene fatto a pezzi da Valten e le linee di soldati dell’Impero.

Se la vista del nemico aveva portato paura, l’arrivo di Archaon sulla piazza getta le forze di Middenheim nella disperazione. Ancora una volta, Valten tocca le giuste corde dei suoi uomini, chiamandoli a vendicarsi di tutto quello che hanno subito negli ultimi tempi contro colui che ne è la causa. Valten è convinto che uccidendo Archaon, anche laddove Middenheim dovesse cadere, Karl Franz riuscirebbe nei mesi successivi a ricacciare i predoni del Nord nelle desolazioni del Chaos.

Mentre, esortati dall’Araldo di Sigmar, gli uomini gridano al cielo la loro rabbia e determinazione, il rumore degli zoccoli dei destrieri di Archaon e della sua guardia del corpo, le Spade del Chaos, seguiti dal resto dell’esercito caotico, annuncia che il momento della verità è giunto.

Kairos Tessifato conduce i suoi demoni sul lato sinistro dello schieramento imperiale, mentre il Signore della Fine dei Tempi impegna il centro. Martak, vedendo che la magia demoniaca rischia di schiacciare il fianco dell’esercito, lascia a Valten il compito di tenere il centro e si sposta a fronteggiare la minaccia.

Le gesta dei due sono straordinarie, ma i ripetuti tentativi dell’Araldo di Sigmar di aprirsi un varco verso Archaon risultano frustrati da nuovi nemici che si frappongono sul suo cammino. Martak, dal suo canto, sfruttando il potere e la rabbia di Ulric riesce a sconfiggere il demone di Tzeench che è costretto ad abbandonare la battaglia. Il centro imperiale viene ulteriormente rafforzato dalla carica dei cavalieri dell’Ordine del Lupo Bianco, comandati dal Gran Maestro Weissberg.

Mentre l’artiglieria imperiale continua a sparare sopra le linee per indebolire i rinforzi che continuano ad affluire sulla piazza, un clamore alle loro spalle annuncia che gli skaven sono riusciti ad aprirsi la via sul retro dello schieramento imperiale. Gli artiglieri vengono presto messi in posizione di non nuocere.

Visto che la linea imperiale sembra tenere in stallo l’assalto del Chaos, Valten decide di fronteggiare il pericolo che sembra più imminente e lascia a Weissberg il comando del fronte. Il Gran Maestro riesce a raggiungere Archaon scagliandosi su di lui con tutta la forza di cui è capace. Ma invano. La morte riservata all’eroe di Middenheim è atroce e lo spettacolo semina timore nei soldati della città. L’attacco dell’Araldo di Sigmar è spettacolare e Ghal Maraz miete innumerevoli vittime tra le fila degli uomini ratto, tra cui anche il gran capo-guerra Skrazslik.

Con la morte del loro capo, gli skaven si danno alla fuga, di fronte alla furia dell’Eletto di Sigmar che può così tornare a fronteggiare l’armata di Archaon. La situazione è diventata però drammatica. La linea imperiale ha ceduto ed il massacro dei suoi uomini è in corso. Resta un’ultima speranza: uccidere il capo dei predoni del nord. Questa volta nessuno si para davanti al suo percorso e Valten raggiunge il Re dai Tre Occhi. Lo scontro è titanico e l’eroe dell’Impero un avversario degno del Signore della Fine dei Tempi. Più volte Archaon sente i colpi di Ghal Maraz e la sua cavalcatura demoniaca, Dorghar, viene ferita.
Archaon reagisce con ancora più rabbia e veemenza, costringendo Valten ad indietreggiare sugli scalini del Tempio. A questo punto, l’attenzione di Gregor Martak viene richiamata sull’eroe, perché avverte una presenza maligna che sta prendendo forma alle sue spalle. La sua reazione è troppo lenta ed un Verminlord assassino colpisce l’Araldo di Sigmar al collo, decapitandolo.

Mentre si completa il massacro dei difensori di Middenheim, Martak-Ulric tenta un ultimo disperato assalto contro il Signore della Fine dei Tempi, con la speranza di porre fine, una volta per tutte alla sua minaccia.

Attingendo alle ultime forze di divinità che Ulric gli ha concesso, Martak scaglia contro Archaon diversi incantesimi, sempre più potenti. La protezione offerta al Prescelto dai quattro dei del Chaos è troppo forte, però, anche per un dio, per di più morente. Così il Signore della Fine dei Tempi, si avvicina al suo nemico e, con un singolo colpo, gli recide la testa.
Con il massacro dei suoi eroi, si compie anche il destino di Middenheim. La città del dio lupo è caduta.

Mentre le ultime sacche di resistenza vengono eliminate e voce della caduta della città raggiunge l’Imperatore, tutti attendono la prossima mossa di Re dai Tre Occhi.

Archaon ha scelto il Tempio di Ulric per la sua sala del trono. I teschi di Valten e Martak ne adornano i braccioli e Ghal Maraz è il trofeo esposto alle sue spalle. In questa sala, il Signore della Fine dei Tempi riceve Vilitch il deforme, campione di Tzeench [Dopo il passaggio di una luna del Caos, Vilitch il Deforme si risvegliò scoprendo che il suo corpo e quello di suo fratello, Thomin, si erano fusi insieme. Quest'ultimo ormai non era nient'altro che un automa sbavante vincolato al comando di Vilitch, che ne aveva assorbito l'intelletto]. Kairos Tessifato ricorda ad Archaon che egli ha dei doveri da adempiere in nome degli dei oscuri a Middenheim. Il Prescelto ordina a Vilitch di assaltare Averheim ma di assicurarsi che l’Imperatore non muoia finché lui in persona non sarà giunto.

Mentre Kairos e Vilitch si allontanano, una nuova ombra si materializza nella sala del trono, annunciando che quegli stregoni codardi falliranno. Archaon replica di esserne consapevole, ma i servi di Tzeench impediranno a Karl Franz di fuggire ulteriormente fino al suo arrivo, perché la vita dell’Imperatore appartiene a lui solo. La voce replica: “Assolutamente. Ed il suo teschio appartiene a Khorne" (fonte: Tanquol).

(continua)
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Il trono di Archaon a Middenheim
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Re: Cronache della Fine dei Tempi

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L'ormai abituale piccola anticipazione del prossimo "episodio" che reca, scritto a caratteri runici, il titolo "La Runa dell'Eternità" ed una dedica neanche troppo velata a cultistapazzo... [prometto: farò del mio meglio per rendere giustizia alla tua razza del cuore e ad uno dei grandi eroi del mondo di warhammer]
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