[AoS] Le Cronache dell'Età di Sigmar

Discussioni su Warhammer Fantasy Battles o Age of Sigmar
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Baldovino I
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[AoS] Le Cronache dell'Età di Sigmar

Post by Baldovino I »

L'Età del Mito

Un globo splendente attraversa il firmamento. È una vista mirabile e di una bellezza senza pari. Il grande drago zodiacale Dracothion lo contempla con ammirazione e si avvicina per raccoglierlo e collocarlo nel firmamento. Ciò che è mirabile non può restare senza nome e, così, il grande drago nomina la sfera Mallus. Con stupore scopre che qualcuno è disperatamente aggrappato ad essa.

Riprendendo i sensi dopo il lungo vagare nell'ignoto, Sigmar osserva gli occhi del drago. Due animi simili non possono che stringere amicizia e, in segno di riconoscenza per averlo salvato, egli regala a Dracothion una collana di pura Sigmarite, di modo che possa per sempre bearsi del suo bagliore.

Così nacque una grande amicizia. Dracothion aiutò Sigmar a collocare Mallus risplendente sopra il reame di Azyr. Gli mostrò le meraviglie dell'universo e gli insegnò ad utilizzare i portali per muoversi da un reame all'altro. Perché dalla distruzione del mondo-che-fu erano nati ben otto universi, retti da differenti magie. Cominciò così una nuova epoca di scoperta e meraviglia per il dio. Meraviglia che non poté che accrescersi quando Sigmar, uno dopo l'altro, incontrò o risvegliò personaggi che conosceva già da un'epoca precedente. Sigmar trovò Grungni e Grimnir mentre esplorava le Montagne di Ferro su Chamon. Erano imprigionati ed il dio-re li liberò. Una volta liberato, Grungni si dichiarò in debito con Sigmar: per sdebitarsi avrebbe creato per lui qualsiasi cosa avesse desiderato. Grimnir invece chiese a Sigmar di accettare il suo giuramento guerriero e di scegliere un possente nemico che egli avrebbe eliminato. E così il dio dei nani partì alla volta di Aqshy, alla ricerca di Vulcatrix, madre delle Salamandre.

Dopo Grimnir e Grungni fu la volta di Gorkamorka che Sigmar, cavalcando Dracothion, incontrò nelle distese di Ghur. Con una capocciata, Gorkamorka stordì il drago zodiacale e poi iniziò a lottare contro Sigmar. Il combattimento si protrasse per giorni finché, stremate dalla fatica, le due divinità crollarono a terra, schiena contro schiena. Ed iniziarono a ridere. Avendo trovato un proprio pari, la divinità orchesca divenne amico del dio-re.

Sigmar risvegliò, uno dopo l'altro, Malerion (fu-Malekith, ma questo nome è già di proprietà Marvel) nel reame di Ulgu, Tyrion e Teclis, nel reame di Hysh e Alarielle su Ghyran.

Per ultimo, nel Reame di Ametista, Shysh, Sigmar trovò Nagash, sotterrato sotto una montagna di pietra.

Per gratitudine, tutte queste divinità si allearono a Sigmar per formare il Pantheon che avrebbe retto e protetto i Reami.

Insieme, essi liberarono le anime che erano rimaste intrappolate nei venti di magia al momento della dissoluzione del Mondo-che-fu.

E così ebbe inizio l'Età del Mito. Un'età d'oro in cui i reami si popolarono, civiltà sorsero ed imperi possenti furono forgiati. Fintantoché il Pantheon rimase forte e unito i popoli liberi, umani, aelfi o duardin che fossero, prosperarono e vissero in pace tra di loro, cacciando e distruggendo, insieme ai loro dei, i mostri e gli abomini che popolavano le loro terre. Sembrò, almeno per un momento, che l'armonia potesse trionfare e che odio e tradimento potessero essere banditi dai Reami mortali.
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Baldovino I
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Re: Age of Sigmar - la storia

Post by Baldovino I »

gianni, Nizar, ho spostato i vostri commenti e la mia risposta nel topic di discussione. Tra un paio di giorni cancello anche questo post per tenere l'argomento "pulito" per una lettura della storia più agevole.
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Baldovino I
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Re: Le Cronache dell'Età di Sigmar

Post by Baldovino I »

L'Età del Chaos

Non poteva essere altrimenti. Prima o poi, gli dei del Caos avrebbero scoperto i reami mortali e avrebbero iniziato a desiderarne la conquista e la distruzione dell'ordine che il Pantheon di Sigmar aveva stabilito.

E così accadde. All'inizio, però, i loro tentativi sembrarono vani e destinati al fallimento. Forse perché non riuscirono a dispiegare la loro piena potenza, dal momento che Slaanesh, il principe oscuro, era ancora stordito a causa della sontuosa indigestione di anime elfiche che la fine del Mondo-che-fu gli aveva causato. O forse fu perché le divinità dei reami mortali ed i loro devoti reagirono all'inizio con unità e forza. Le forze del Chaos, mortali o demoniache che fossero, vennero sconfitte a più riprese.

Con il passare del tempo, però, i semi della discordia che Tzeench aveva lanciato, iniziarono a dare i loro frutti. Gorkamorka, stanco di tutta quella pace e armonia e quel costruire e rafforzare civiltà attraverso i Reami Mortali, decise di abbandonare Sigmar e lanciò la più grande Waaagh! che i mondi avessero mai visto. Al culmine della Grande Waaagh! Gorkamorka era un bruto a due teste, ma più tardi si divise in due entità distinte, una che predilige la ferocia (Gork) e l'altra l'inganno (Mork).

Man mano l'alleanza iniziò a perdere la propria forza. Più aumentavano gli assalti del Chaos ,più Alarielle si concentrò sul proprio mondo, disertando sempre più spesso il consiglio degli dei, fino a ritirarsi per sempre su Ghyran.

Dal canto loro, Tyrion e Melarion avevano le loro preoccupazioni. Non riuscivano a capire perché, per quanto avessero cercato in lungo e in largo nei Reami mortali, non avevano trovato nessun altro elfo al di fuori di coloro che ora abitavano Azyrheim, la capitale del dio-re. Venuti a sapere che il principe oscuro giaceva addormentato e incapace di difendersi, in uno dei suoi nascondigli, partirono alla sua caccia per liberare le anime degli elfi che erano ancora nel suo stomaco contro il parere di Sigmar che aveva bisogno di loro per contrastare le forze del Caos sui campi di battaglia. Grazie probabilmente all'ennesima soffiata di Tzeench, trovarono Slaanesh e lo catturarono. Da allora si sono perse le tracce della divinità caotica ed i suoi seguaci lo cercano senza sosta attraverso i Reami.

Con la sua alleanza ridotta ai minimi termini, Sigmar si trovò ad affrontare da solo un nuovo portentoso nemico: Archaon, il maresciallo dell'Apocalisse. Alla battaglia dei Cieli Ardenti l'ennesimo inganno di Tzeench provocò la perdita di Ghal Maraz. Per timore di non poter sconfiggere il nemico in corpo a corpo, Sigmar lanciò il suo martello per colpirlo da lontano. Si trattava, purtroppo, di una semplice illusione. L'arma, scagliata con violenza divina, attraversò i Reami, fino ad andare a terminare la propria corsa in un luogo celato, ovviamente dalla magia di Tzeench, alla vista del proprio padrone.

La disfatta delle forze dell'ordine si concluse nella battaglia per l'Ognidove, il luogo dal quale si può accedere a tutti e otto i Reami Mortali. Qui, Sigmar conobbe l'ultimo tradimento: quello di Nagash che non aveva mai smesso di alimentare la propria ambizione di essere l'unico dominatore di tutti i Reami e di tutte le anime dei mortali. L'armata del Grande Necromante tradì i propri alleati, colpendoli alle spalle e poi fece ritorno nel Reame della Morte. Al culmine del proprio furore, Sigmar lo inseguì, salvo rendersi poi conto di aver fatto un errore madornale, abbandonando il campo di battaglia decisivo per le sorti dei mortali. Al suo ritorno, la battaglia era persa e le forze del Caos avevano posto sotto assedio tutti i Reami.

Sigmar, disgustato dal comportamento dei propri alleati, chiese a Tyrion e Malerion un ultimo favore che essi gli garantirono. Mentre i portali che conducevano ad Azyr venivano sigillati, un velo di luce ed ombra celò quello che accadeva nel reame celeste persino agli occhi di Tzeench e dei suoi emissari.

Le cose non andarono affatto come Nagash aveva sperato: durante la sua assenza, gli Skaven avevano fatto saltare per aria la sua fortezza, la Piramide Nera! Dall'Ognidove giunse su Shysh anche Archaon che sconfisse Nagash, costringendolo un'ennesima volta a perdere la propria forma corporea e a dover iniziare un processo di lenta ricostituzione.

Privati della guida del Pantheon, i mortali dei Reami contrastarono l'avanzata del Caos come poterono, ma invano. Chi non si sottomise ai poteri perniciosi venne eliminato tra indicibili sofferenze. Civiltà intere furono spazzate via, imperi abbattuti e città orgogliose rase al suolo. Solamente poche sacche di resistenza continuarono a opporsi all'avanzata delle crescenti forze degli dei oscuri, sempre più deboli e costrette a vivere nascoste o a condurre un'esistenza nomade, continuamente in fuga dal loro orribile destino.

Una volta soggiogati i Reami mortali, l'unità tra i quattro fratelli non più necessaria, Khorne iniziò a rivolgere le proprie bellicose attenzioni alle altre forze caotiche. E fu così che il dio del sangue prese, un po' alla volta il sopravvento. Mentre Chamon rimaneva tendenzialmente nelle grinfie di Tzeench e Ghyran, una volta il simbolo stesso della vita, cadeva in una lenta quanto inesorabile decadenza a causa delle infestazioni provocate da Nurgle, Aqhsy e Ghur conobbero la tirannia dei devoti al dio del sangue.
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