Cronache della Frontiera

Questa sezione è dedicata ai libri ed ai fumetti. Tra questi, come non citare il mitico Ratman ?!?
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Cronache della Frontiera

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Re: Cronache della Frontiera

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Re: Cronache della Frontiera

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Re: Cronache della Frontiera

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Un folle terrore davanti alla morte condiziona le pratiche funerarie...... [che] servirebbero ad esorcizzare il risveglio dei defunti, proteggendo i vivi dal ritorno delle legioni dei non-morti.

Delle Terre, Opera Magna di Anacletus di Altenburg, storico imperiale
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Re: Cronache della Frontiera

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In queste terre, i non-morti popolano fiabe, leggende e semplici racconti che animano le serate presso i focolari domestici o nelle taverne.
Nelle fantasie degli abitanti della Silvania i non-morti assumono le forme e i nomi più diversi: morti che camminano, zombie, ombre, vampiri, demoni assetati di sangue, ghoul e molti altri ancora. Nell'insieme vengono indicati come le Creature della Notte, i Nonmorti.

Delle Terre, Opera Magna di Anacletus di Altenburg, storico imperiale


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Re: Cronache della Frontiera

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Cronache Imperiali di Magnus il Vecchio

Nelle città e nelle roccaforti sorte lungo La Frontiera, l'aristocrazia del luogo, i mercanti e i cittadini vivono al riparo di possenti mura che cingono anche le necropoli. Entro le mura merlate di città e fortezze il culto dei morti è radicato, non diversamente dalle più civilizzate regioni e provincie dell'Impero e dalle altre terre degli uomini.
L'aristocrazia e i ricchi mercanti gareggiano nella costruzione di cappelle e templi funebri di famiglia. I semplici cittadini trovano spazio nelle necropoli, dove i morti sono sepolti sotto il cielo, in semplici tombe o in profondità nei corridoi delle catacombe sotterranee.

Le leggende e le paure delle campagne filtrano nei palazzi e nelle taverne di città e riempiono il folclore locale. Si narrano leggende di signori crudeli, Vojevodi e Capitani della Druzhina che strinsero patti oscuri con gli dei; si sussurra di signori della guerra che si nutrivano del sangue di nemici e di sudditi.
Sono fantasie, proiezioni della crudeltà implicita nelle gesta dei signori di queste terre selvagge, dove il terrore e la paura, il ferro ed il fuoco sono spesso l'unico mezzo per imporre l'ordine e le leggi.

Magnus il Vecchio, Cronache Imperiali

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Re: Cronache della Frontiera

Post by Saint of Killers »

Nonostante il sangue potevo vedere il suo occhio che mi fissivano da sotto la visiera dell'elmo, metà del viso era andato e la parte rimasta continuava a mostrare un'espressione indecifrabile e mi era impossibile capire se fosse più la paura, la rabbia o il dolore a fargli assumere quella specie di smorfia. Il suo respiro era ormai poco più di un rantolo, il colpo al costato che gli avevo inferto poco tempo prima doveva avergli perforato i polmoni, probabilmente diverse costole si erano rotte già in quel primo impatto.
Non saprei dire se il mio nemico si fosse accorto che stava morendo o se nutrisse ancora qualche speranza di tornare a casa sulle sue gambe, loro apparteneva ad una razza difficile da capire, devo ammettere di non averli mai imparati a conoscerli nonostante sono ormai anni che li uccido.
Mi asciugai il sudore dalla fronte con un panno che portavo legato al collo, il suo occhio continuava a guardarmi.
Presi l'otre legato alla mia cintura, lo sganciai e iniziai a berne il contenuto con avidità.
Nonostante avessi appena bevuto in bocca sentivo il sapore del sangue e del legno bruciato, mi chiedevo per quanto ancora l'avrei sentito prima di smettere di farci caso.
Poco più in la nella valle il combattimento era finito, vedevo i miei compagni rientrare in formazione e sentivo chiaramente il lamento dei moribondi nonostante la distanza.
Il nemico davanti me invece taceva e continuava a guardarmi.
Con la coda dell'occhio vidi qualcuno arrampicarsi maldestramente sulla roccia dove avevo combattuto, era molto più giovane del resto dei miei compagni e dalla sua espressione era abbastanza probabile che questa fosse la sua prima battaglia. Il ragazzo era sudato e sporco ma non sembrava ferito, fissò per un lungo istante il nemico davanti a me e poi mi diede un pezzo di pergamena malconcia.
Mentre l'occhio continuava a fissarmi lessi il contenuto della missiva, gli ordini erano chiari e non lasciavano molte interpretazioni: le razzie del nemico, o almeno i suoi tentativi, erano troppo frequenti ed era il momento mi usare misure drastiche.
In fondo potevo aspettarmelo, il costo in termini di vite e risorse era diventato insostenibile, non c'erano più abbastanza guerrieri per pattugliare i livelli inferiori e allo stesso tempo perlustrare le vie di accesso in superficie.
Alzai lo stivale e lo pestai su quello che rimaneva della testa del nemico schiacciandola sulla roccia, il suo occhio smise finalmente di guardarmi. Legai alla schiena l'ascia e mi misi in movimento verso il grosso dell'esercito mentre il ragazzo mi seguiva senza parlare con la testa persa in chissà quali pensieri.

Gli ordini erano chiari: bisognava marciare verso il nemico portando la guerra a casa loro e risolvere la questione una volta per tutte, nessuno sarebbe stato risparmiato, gli umani dei territori a sud dovevano morire.

-Tratto dal diario di Rurik, esploratore del clan Spezzalancia
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Re: Cronache della Frontiera

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Un demone alato di straordinaria statura si parò davanti a me. Le sue ali membranose producevano un sibilo sottile; il piegarsi e stendersi delle pliche delle viscida pelle suonava cupo e flaccido. La creatura della notte spinse in avanti il collo, fissandomi con occhi di brace. Il suo alito fetido e gelido mi avvolse. Le zanne acuminate e grandi quanto quelle di un cinghiale stridevano in un ghigno.
Ero paralizzato dal terrore.
La creatura vibrò un colpo con un arto ricoperto di aculei ed artigli.
"Ecco, sono perduto!", pensai.
L'artiglio più acuminato affondò nelle mie vesti producendo un taglio netto.
Un lampo usci dal mio petto. La bestia si ritrasse e con un grido che assomigliava ad un guaito di paura fuggi nella notte.
Il pendente magico che portavo al collo produceva uno strano bagliore.
Lo strinsi nel pugno.
Il gioiello di famiglia che protegge dai morti che camminano era caldo e vibrava nelle mie mani.

Racconto di taverna
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Re: Cronache della Frontiera

Post by Saint of Killers »

La brava gente del borgo, o almeno quelli che rimanevano, stavano rientrando a casa.
Li poteva vedere da dove si trovava, tutti coperti da spessi cappotti di pelo alcuni con pesanti fardelli tra le braccia, altri ancora con attrezzi in mano ed i rimanenti, perlopiu' le madri, con figli piccoli in braccio. Nonostante fossero gorni duri per gli abitanti del villaggio nessuno sembrava particolarmente triste, nel gruppo di persone che lo precedevano qualcuno stava anche ridacchiando nonostante il freddo pungente e la dura giornata di lavoro. Trovava piuttosto curioso che qualcuno trovasse tanta energia per proteggere casa propria, forse la loro era solo rassegnazione? Chissa' se lui sarebbe riuscito a vivere in quella situazione di minaccia costante.
Ogni tanto guardando le persone dei villaggi in cui si spostava si chiedeva a che punto la sua vita aveva preso una strada diversa da quella degli altri, c'era stato un momento significativo in cui era avvenuto il cambiamento oppure erano state tante piccole scelte diverse fatte giorno per giorno a portarlo li dove era ora?
Era molto buio, qui nei territori a nord faceva buio prima ed in cielo le stelle che poteva vedere non gli erano familiari, guardando in alto per un attimo penso' a casa.
Forse la sua strada era scritta nel destino? E poi se fosse davvero una questione di destino chi era resposabile per averlo scritto? Quale dio o entita' poteva essere cosi' malvagia da condannarlo in quella maniera? Forse era solo uno scherzo di un dio con un perverso senso dell'umorismo, o forse la sua vita era insignificante, erano altri ad aver peso nella storia del mondo, lui non era nessuno. Impossibile, pensare di non essere padrone della propria sorte gli era inaccettabile, tanto valeva lasciarsi morire li in mezzo alla strada in un borgo sperduto.
Pero' quale era il senso di aver lavorato e sofferto per tanti anni se poi era comunque condannato alla solitudine... cosa c'era di diverso in lui rispetto quelli che vedeva in ogni villaggio o citta' in cui era stato fino ad ora? Perche' non riusciva a sebtirsi parte di niente di piu' grande di lui?
Forse la sua natura? Ricordava che quando era piccolo aveva cercato per mesi di addestrare una piccola lucertola del fuoco che aveva trovato vicino casa. Sperava di poterla tenere come suo padre teneva i suoi cani da caccia, magari avrebbe potuto insegnarle qualche trucco e magari con un po' di fortuna sarebbe stato in grado di farle sputare fiamme a comando come diceva la leggenda. Nonostante i mesi pero' la lucertola non imparo' mai a fidarsi di lui, una sera in cui sembrava particolarmente calma provo' ad accarezzarla senza i guanti di maglia di verro e se non fosse stato per suo padre probabilmente ci avrebbe rimesso la mano. "e' nella sua natura comportarsi cosi'" gli disse il padre, "le lucertole del fuoco sono predatori, sopravvivono cacciano animali piu' piccoli e sono diffidenti per istinto, magari possono tollerare la tua presenza ma non saranno mai tue amiche e cercheranno di attaccarti non appena volti loro le spalle".
Se era la sua natura a renderlo cosi' come era possibile che i suoi genitori erano completamente differenti? Come era possibile che i suoi genitori, da cui lui certamente discendeva, erano persone normalissime, senza idee strane e soddisfatte della loro vita senza il bisogno di farsi certe domande?
Una folata di vento particolarmente forte apri' per un attimo il suo giaccone, si affretto' a richiuderlo e sistemo' la sua sciarpa di lana piu' in alto a coprirgli la bocca. La strada era quasi deserta, ormai poteva vedere solo una donna con un cesto sotto al braccio camminare di fronte a lui.
Procedendo per la strada del borgo perso nei suoi pensieri poteva vedere le sagome di quelli che erano gia' arrivati a casa, chissa' se qualcuno dal caldo tepore della sua dimora lo stava guardando in quel momento? Magari era una madre che stava preparando la cena oppure un bambino fermo a giocare sul davanzale della finestra con un cavallino di legno come quello che aveva da bambino...
Chissa' se un giorno sarebbe stato lui a guardare qualcuno passare per la strada dal conforto della propria casa? Magari sarebbe tornato a casa e avrebbe preparato la cena, in fondo era piuttosto bravo a cucinare, mentre sue moglie si sarebbe occupata di aiutare i figli a darsi una lavata prima di cena. Avrebbero avuto due figli, magari due bambine con gli stessi occhi di sua madre. Sarebbe stato un ottimo padre, severo quando serviva ma sempre gentile con le sue ragazze. E quando le sue bambine sarebbero cresciute e avrebbero avuto una loro famiglia altrove avrebbe passato le serate a leggere davanti al fuoco in compagnia di sua moglie ed ogni tanto avrebbe alzato lo sguardo dalle pagine per guardare di nascosto cosa faceva lei. Aveva sempre adorato guardarla quando lei non se ne accorgeva, guardare la luce riflettersi nei suoi occhi azzurri oppure osservarla mentre si spostava dietro l'orecchio una ciocca di capelli o quando era concentrata su qualcosa di particolare e faceva quella smorfia con le labbra che tanto gli piaceva...
I muscoli del collo della ragazza si rilassarono improvvisamente, la mano che le teneva premuta sulla bocca aveva impedito che urlasse mentre la lama penetrava nei muscoli della sua schiena, si infilava tra le costole e le perforava i polmoni.
Rimosse la mano, tanto ormai con i polmoni pieni di sangue era impossibile che urlasse e lui lo sapeva per esperienza.
Acquattato nel vicolo si guardo' un ultima volta intorno, era certo che nessuno l'aveva visto ma meglio essere prudenti piuttosto che dover fuggire di nuovo.
Si carico' la ragazza sulle spalle facendo attenzione a non sporcarsi con il suo sangue e la sua figura si fuse con le ombre del vicolo.
Poco piu' in la una famiglia inizio' a cenare.
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Re: Cronache della Frontiera

Post by lef64 »

Diario di Viaggio


Quinto Giorno del Terzo MeseAbbiamo superato il Passo del Corvo e ci prepariamo a scendere nella sottostante vallata.
Davanti a noi si stende senza fine il paesaggio della Transilvania.


Settimo Giorno del Terzo Mese
I picchi dei Monti al Confini del Mondo sono alle nostre spalle. Avanziamo lungo una strada polverosa, maltenuta. I carri sobbalzano di continuo, le ruote e gli assi gemono sul punto di spezzarsi.
Elizavetgorod, la nostra meta, è solo a cinque giorni di cammino.


Ottavo Giorno del Terzo Mese
Notte insonne. Al calare delle tenebre una improvvisa bufera di ghiaccio ci ha investito. Le forti raffiche di vento hanno estinto i fuochi del nostro campo e siamo caduti nell'oscurità totale.
La nostra guida, un boscaiolo originario di queste terre, si è chiuso in un mutismo assoluto, mentre i suoi occhi esprimevano un gelido terrore.
Nel vento si distinguevano altri, strani suoni che non saprei definire. Erano suoni gelidi, quasi il respiro di esseri che non appartengono a questo mondo.
All'alba la tempesta si è improvvisamente dissolta, quasi cacciata dal primo raggio di sole.
I mercenari della nostra scorta appaiono provati; mormorano di strane creature che popolavano la notte attorno al nostro campo.

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Nono Giorno del Terzo Mese
Tutto come la notte precedente.
Al calare delle ombre la strana tempesta ha ripreso ad agitarsi attorno al nostro campo per poi esaurirsi improvvisamente al sorgere del sole.
Siamo tutti provati, stanchi e spaventati.
A mezza mattinata entriamo in un villaggio. Sono poche casupole rabberciate, raccolte attorno ad una taverna. Ci accoglie lo starosta, il vecchio del villaggio. Punta su di noi uno specchio e sembra sollevato mentre vi osserva i nostri volti riflessi.
Decidiamo di trascorrere la notte alla locanda in cerca di riposo e di riparo.


Decimo Giorno del Terzo Mese
Ancora una notte da incubo. La tempesta è venuta a cercarci al calare del sole. Le mure e gli infissi della taverna tremavano e gemevano sotto il respiro di quel vento innaturale. Nella stalla attigua alla locanda i cavalli si agitavano e scalciavano.
Al culmine della sarabanda notturna, allo scoccare della dodicesima ora, il vento si è placato, improvvisamente come era calato.
Un silenzio innaturale ci ha avvolto, interrotto solo da bisbiglii e strani gesti di scongiuro dei nostri ospiti.
Il silenzio iniziò a riempirsi di un suono cupo e sordo che si avvicinava a noi. Era il rumore di zoccoli di cavalli.
"Gli uomini del Vojevoda!"
"La Drushina del Batory!"
Le frasi erano bisbigliate dai nostri ospiti che sembravano pietrificati dal terrore.
Il suono degli zoccoli divenne più forte: avvertii che i misteriosi cavalieri si trovavano oltre le pareti della locanda, tutto attorno a noi.
I nitriti echeggiavano con un suono freddo, innaturale, che gelava il sangue.
Ci avvolse un odore putrido, di morte ; una strana nebbiolina verdognola filtrava dagli infissi sbarrati.
Non una voce, un comando venne pronunciato dai cavalieri; si udivano solo il calpestio degli zoccoli e gli striduli nitriti.

All'improvviso un suono cupo e metallico riempì l'aria sovrastando il rumore prodotto dai destrieri: era un corno che annunciava un ordine. Rispondendo al comando i cavalieri si allontanarono al trotto e poco dopo furono inghiottiti dalla notte e dal suo silenzio.

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Undicesimo Giorno del Terzo Mese
Dopo una notte segnata dagli incubi ci destammo di primo mattino.
Volevamo lasciarci alle spalle in fretta il villaggio, la taverna, ed il terrore di quella notte.
I nostri preparativi furono interrotti da un improvviso trambusto.
Il garzone di stalla pendeva da una corda appesa alla trave centrale della stalla. Il volto era segnato dal terrore. Il panico per la visita dei misteriosi cavalieri lo aveva spinto a togliersi la vita per sfuggire a qualcosa di peggio.
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Re: Cronache della Frontiera

Post by lef64 »

La Piana dei Corvi è una pianura un tempo fertilissima, ora delimitata da boschi ed acquitrini.
Leggende locali che evocavano paure ed orrori hanno contribuito allo spopolamento della piana.
Ora, dei vecchi insediamenti rurali resta traccia sono nei muretti a secco che la solcano, simili a tante rughe.
I boschi e gli acquitrini si sono estesi quando la piana si è spopolata; la loro avanzata ha via via ristretto l'ampiezza dei terreni incolti.
Venti gelidi sferzano il suolo duro, dove solo le malerbe prosperano.
Gli unici abitanti sono i corvi che riempiono l'aria con i loro striduli segnali.

E' l'alba di un giorno grigio quando i corvi sembrano impazzire.
Le loro grida sono un crescendo inarrestabile mentre volteggiano nel cielo cupo.
All'orizzonte una luna piena sembra sogghignare.

Coperto dai suoni rauchi dei corvi, un rumore più cupo cresce e si avvicina...... é una sinfonia di metalli cigolanti, di schioccare di ossa.
In sottofondo si può ascoltare un suono più basso: il suono flaccido di carne morta familiare a necromanti e cacciatori di zombi.
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Re: Cronache della Frontiera

Post by lef64 »

Nell'incerta luce dell'alba ombre scure si agitano lungo il bordo meridionale della Piana dei Corvi. Sembrano quasi un incerto miraggio, figure barcollanti che escono dai boschi che a sud delimitano la pianura.
E' armata in avvicinamento di Necrus, sommo necromante che peregrina lungo la Frontiera.

Le forze di Necrus si allineano lungo i bordi meridionali della Piana dei Corvi dopo una inesauribile marcia.

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Al fianco di Necrus si distingue la figura alta e slanciata di Hella, la sua assistente ed allieva.
Hella innalza lo stendardo con le insegne di Necrus: il drappo di un funebre colore violaceo si contorce sferzato dal vento.

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Al centro dello schieramento di Necrus, gli arcieri prendono posizione al riparo di un lungo muro di pietra. Orde di Zombi fiancheggiano i tiratori, mentre più dietro si dispone la falange di guerrieri schetrici in armatura pesante.

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Nel silenzio, rotto solo dalle grida dei corvi, l'armata di imobilizza attendendo il nuovo comando di Necrus. Il Sommo Necromante sta scrutando l'orizzonte settentrionale ancora avvolto dalle tenebre, non con occhi umani ma con l'occhio di una mente plasmata da poteri arcani.
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Re: Cronache della Frontiera

Post by lef64 »

Una nebbiolina verdognola avvolge le paludi lungo il limite settentrionale della Piana dei Corvi. La nebbia sembre agitarsi e descrive strane, inquietanti figure.
Il Signore dei Morti, un antico Re Liche, sembra lievitare sul terreno metre intona una cupa cantilena.
Il terreno, lungo il margine delle paludi, freme ed è solcato da profonde crepe; le acque malsane delle paludi si agitano.
Figure avvolte nelle tenebre emergono dal sottosuolo e dalle acque fangose. Mosse dalle litanie del Signore dei Morti le figure si raccolgono in ranghi ordinati.

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I non morti iniziano lentamente ad avanzare fino a raggiungere il limite settentrionale della Piana dei Corvi.
Reggimenti di antichi guerrieri, ora ridotti a scheletri marcescenti, e ranghi di carne morta si allineano lungo un muretto di pietra.

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Il Signore dei Morti e Corvinia, una necromante a lui asservita, scivolano silenziosi tra i ranghi.

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Al lato opposto della pianura, a meridione della Piana Dei Corvi, Necrus osserva la scena con l'cchio della mente malvagia......
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Re: Cronache della Frontiera

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E' lungo il margine settentrionale della Piana di Corvi che le truppe dei due opposti schieramenti per prime muovono. Necrus ed il Signore dei Morti spingono avanti le rispettive orde di non morti.
La carne morta avanza con passo sempre più rapido fino a raggiungere il passo di carica.
Il contatto tra le orde di zombie rivali riempie l'aria di suoni agghiaccianti che coprono in gracchiare dei corvi.

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Re: Cronache della Frontiera

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Spinte dai poteri di Necrus le sue orde hanno rapidamente la meglio: i nemici cadono, vengono divorati dai vincitori oppure sono richiamati in vita a rinforzare le schiere di Necrus.

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E' a questo punto che Corvinia serra le fila della schiere di guerrieri scheletrici che formano il nerbo dell'armata del Signore dei Morti per lanciare il contrattacco.

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Re: Cronache della Frontiera

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Gli antichi guerrieri al servizo del signore dei morti hanno rapidamente ragione dell'orda di carne morta di Necrus.

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Necrus, con l'amarezza della sconfitta dipinta sul volto incartapecorito, osserva Corvinia rinserrare le schiere di guerrieri scheletrici per un nuovo balzo in avanti.......

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Re: Cronache della Frontiera

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Il campo di battaglia si illumina dei riflessi e dei colori arcani dei giochi di luce scatenati dalla magia oscura.
Il Signore dei Morti e Necrus scagliano fulmini magici e vortici di energia contro le forze nemiche che si slanciano in avanti nello sforzo finale......

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Re: Cronache della Frontiera

Post by lef64 »

I fronti si spezzano e la battaglia si frammenta in mischie e scontri isolati.

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Re: Cronache della Frontiera

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Guerrieri scheletrici e cadaveri di carne marcescente cadono e si rialzano in una danza macabra che sembra non dover conoscere fine.
Lame e mazze coperte di ruggine tornano ad assaggiare la carne, a bere sangue, a spezzare ossa.
Guerrieri e combattenti sembrano dover decidere le sorti dello scontro ma, sono solo burattini nelle mani dei loro signori.
La vera battaglia di combatte nelle menti di Necrus e del Signore dei Morti.......

Un ultimo bagliore di luce innaurale illumina la Piana dei Corvi quando il potere del Signore dei Morti ha la meglio ed annichilisce in un attimo l'avversario.
Mentre Necrus inizia a disfarsi come polvere al vento le sue truppe vacillano, arretrano; i combattenti cadono senza più rialzarsi: sono sola povere ossa e carne marcescente offerta in pasto ai corvi.

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Mentre le forze di Necrus si disfano i servi del Signore dei Morti avanzano per falciare i nemici.

Hella compie un ultimo temerario gesto per raccoglere il testimone dal proprio padrone. Mentre la necromante cerca di riprendere il controllo delle proprie schiere viene raggiunta dai nemici e falciata.

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Senza più nessuno a reggerne i fili, quanto resta delle marionette al servizio di Necrus cade al suolo e diventa polvere nella polvere.
Il Signore dei Morti reclama il giorno e le spoglie.
Gli unici occhi mortali ad assistere alla gloria del Signore dei Morti sono i corvi che in alto volteggiano sul destino di mortali e nonmorti.
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THREAD CHIUSO,PARZILE CANCELLAZIONE DEL CONTRIBUTO PERSONALE!
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